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Nuoro

«Usi civici, ora la Regione si muova»

«Usi civici, ora la Regione si muova»

Felice Corda, esperto di diritto ambientale: la legge nazionale un primo passo per risolvere una paralisi che dura da 15 anni 

01 agosto 2021
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NUORO. «Non vi sono dubbi che il legislatore nazionale abbia fatto un enorme e inaspettato passo in avanti dal punto di vista giuridico, modificando le severissime norme sulla tutela e la conservazione degli usi civici (imprescrittibili, inalienabili, inusucapibili), per adeguarle alle nuove realtà urbanistiche, venutesi a creare dopo un sostanziale mezzo secolo di disinteresse legislativo». Parole di Felice Corda, esperto di diritto ambientale, che bene conosce il problema, sulla modifica della legge n.168/2017 in materia di trasferimenti e permute dei diritti di uso civico.

Quali saranno le ricadute nei comuni sardi alle prese con questo problema? «Bisogna però constatare che il limite temporale fissato (8 agosto 1985) per i trasferimenti e le permute di quelle superfici, purtroppo, in Sardegna, non risolve i contenziosi infiniti in atto davanti al Commissario per gli usi civici concernente le lottizzazioni e le urbanizzazioni effettuate dei comuni su quelle superfici contestate, poiché alcune amministrazioni erano convinte, in buona fede, che in quei terreni appartenenti al patrimonio “disponibile” del Comune fosse ancora possibile lottizzare, urbanizzare e alienare, oltre i termini della legge 431/85. Il tutto finché non c’è stato l’accertamento e la notifica da parte della Regione che quelle superfici di cui si tratta erano soggette ad uso civico».

«Pertanto, oggi, che fare? Non vi sono dubbi – dice Corda – che per porre fine a questo bailamme sarà necessario un nuovo passaggio legislativo regionale, evidentemente concordato con il governo nazionale, per spostare i termini dellasanatoria e della permuta, almeno fino alla data dell’avvenuto accertamento regionale degli usi civici , considerato, che ancora oggi l’Argea sta ancora portando a termine alcuni censimenti in altri comuni». Se ciò non fosse possibile, sostiene Corda, si corre il rischio che una legge importante sul piano sociale, rimanga inapplicata da diversi comuni, vanificando le attese di migliaia di cittadini che non possono ancora disporre della piena proprietà delle proprie abitazioni perché impantanati in un contenzioso che ormai dura, davanti al Commissario, da oltre 15 anni. «Tra l’altro – continua – per porre fine a questo incredibile “affaire” i cui cittadini sono le uniche vere vittime dei pasticci amministrativi dei comuni e della Regione, sarà necessario che le superfici interessate, prima e dopo i termini suindicati , dovranno essere permutate “ex lege”, immediatamente, con altre aree, di pari valori patrimoniali e paesaggistici, di proprietà dei comuni o della Regione. Fermo restando che, in futuro, qualora il Commissario per gli usi civici dovesse pronunciarsi a favore delle tesi comunali che ne rivendicano la piena proprietà, poiché ritenute superfici “non soggette a uso civico”, le stesse, vincolate ex novo, debbano essere immediatamente “sclassificate”con un provvedimento della Regione, ristabilendo l’assetto giuridico precedente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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