La Nuova Sardegna

Nuoro

Distretto rurale, debutta il comitato per il Nuorese

di Paolo Merlini
Distretto rurale, debutta il comitato per il Nuorese

Presentazione del gruppo di lavoro che ora dovrà ottenere il placet della Regione In un anno sono giunte 525 manifestazioni di interesse da imprese e associazioni

03 agosto 2021
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NUORO. A un anno dalle prime consultazioni, debutta in pubblico il distretto rurale del Nuorese, o meglio il comitato composto da imprenditori, associazioni, amministratori locali e altri enti pubblici del centro Sardegna che dovrà ottenere dalla Regione il riconoscimento formale, così da poter ottenere finanziamenti (di varia natura ma principalmente europei) e diventare un organismo capace di favorire nuove imprenditorialità. Il settore di intervento è l’agroalimentare, ma l’adesione è aperta anche alle attività artigianali connesse con il territorio. Un territorio molto vasto, per la verità, visto che il Distretto rurale del Nuorese nelle intenzioni spazierà dalla Barbagia al Mandrolisai sino alla Baronia. Una scelta, come ha spiegato Andrea Soddu, sindaco di Nuoro, Comune che aderisce all’iniziativa, motivata dalla necessità di creare un soggetto forte e capace di offrire un panorama variegato.

A coordinare l’iniziativa c’è l’università di Nuoro con il suo centro di competenza Restart. Come ha spiegato Fabrizio Mureddu, commissario di UniNuoro, la Sardegna arriva in forte ritardo alle opportunità offerte dai distretti rurali, nati nel 2001 e diffusi in buona parte della penisola; da noi se ne parla dal 2014, con l’introduzione di una specifica norma regionale: al momento ce n’è uno solo operativo, e appunto riconosciuto dalla Regione, quello della Barbagia, nato su iniziativa dell’omonima unione dei comuni (Sarule, Lodine, Gavoi, Oniferi, Ollolai, Olzai, Ovodda e Tiana). Recentemente ha ottenuto un finanziamento di 25 milioni. Un risultato che sta spingendo mezza Sardegna, da nord a sud, a tentare a propria volta la carta di questi distretti.

A questo servono principalmente i distretti rurali, cioè finanziare proposte imprenditoriali con aiuti economici per buona parte a fondo perduto. Il rischio però è che tra Gal (gruppi di azione locale), piano di rilancio del Nuorese, comunità montane e unioni dei comuni si creino inutili sovrapposizioni, se non una corsa alla guida di questi enti. E c’è chi, come il sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda, chiede polemicamente se non sia il caso di dotare il territorio di servizi essenziali, dalla sanità ai trasporti, prima di imbarcarsi in nuove avventure.

Sta di fatto che al momento il vasto distretto rurale del Nuorese ha ricevuto 525 manifestazioni di interesse da parte di imprenditori e associazioni, e si candida ad avere un ruolo leader nella Sardegna centrale. Interagendo con enti di varia estrazione, come il Parco regionale del Tepilora, ieri rappresentato – durante la presentazione che si è svolta nel parco del monte Ortobene – dal presidente e sindaco di Bitti Giuseppe Ciccolini. Ma sul distretto culturale puntano anche la Provincia di Nuoro con il commissario Costantino Tidu, il dipartimento di agraria dell’università di Sassari, presente con i docenti Ignazio Floris e Gianni Battaccone, e la Coldiretti, che attraverso il suo direttore Alessandro Serra vede in una agricoltura rispettosa delle biodiversità un argine alle logiche devastanti della grande distribuzione che oggi dominano il mercato. Poi i tanti sindaci che hanno aderito, da Fonni a Orani, e gli imprenditori che sognano un nuovo sviluppo che salvi questo territorio da una crisi economica gravissima.

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