La Nuova Sardegna

Nuoro

Cavallette, disastro per 12 comuni

di Michela Columbu
Cavallette, disastro per 12 comuni

Dopo gli accertamenti di Laore, la Coldiretti chiede i ristori e di fare prevenzione per il 2022

17 agosto 2021
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NUORO. La partita tra l’agricoltura del centro Sardegna e le locuste, per il terzo anno consecutivo ha visto vincere proprio gli insetti. A ciclo biologico praticamente terminato, le cavallette si preparano alla prossima invasione, quando ad aprile e maggio 2022 inizieranno a schiudersi miliardi di uova deposte nei territori di Olzai, Ottana, Noragugume, Silanus, Bolotana, Illorai, Orani, Orotelli, Sarule, Sedilo, Sorradile, Nughedu Santa Vittoria. Sono questi i Comuni che figurano in elenco per ciò che concerne gli accertamenti effettuati da Laore per la stagione appena trascorsa. A comunicarlo è Coldiretti Nuoro-Ogliastra, specificando che «entro il primo settembre prossimo le aziende agricole dovranno compilare un modulo che troveranno nel proprio Comune in cui segnalano i danni subiti nelle proprie aziende – spiega alle aziende il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis –. Serve per completare il monitoraggio di Laore ed eventualmente integrarlo nel caso siano state omesse delle azienda e territori».

Comunicazione necessaria certo, ma si ripete per il terzo anno successivo il ciclo biologico delle procedure di denuncia danni, accertamento, stanziamento delle risorse e ristoro alle aziende. Ma proprio su quest’ultimo punto, l’intoppo è bello che evidente: «Ristori? Non abbiamo ancora ricevuto quelli del 2019. Non abbiamo fatto proprio domanda, ma non perché non abbiamo voluto, ma perché non ci è stata data la possibilità di farlo. Abbiamo fatto solo la segnalazione dei danni per una stima. Ma ancora non si è mosso nulla».

A spiegarlo con un tono ormai rassegnato è chi per tre anni si è visto bussare in azienda dalle locuste. Giovanni Mureddu, allevatore e agricoltore di Fonni con azienda in agro di Bolotana, l’unica programmazione che si sente di fare per la sua azienda è quella della semina di ortive invernali. «Ma poi basta. Non credo proprio di coltivare ortive per la primavera, perché se loro ritornano (le locuste ndc) sto buttando soldi e basta. Siamo stati lasciati soli a condurre le nostre aziende. Non abbiamo avuto nessun aiuto economico, men che meno un consiglio su come contrastarle. Abbiamo arato i terreni, ma sappiamo bene che questo non basta». Anche per Michele Ladu, allevatore e agronomono di Sarule con azienda a Bolotana e tra Orani e Oniferi, è il terzo anno che si combatte ad armi impari contro un nemico «contro il quale è necessario immediatamente avviare una programmazione per contrastarne il ritorno. Nella nostra azienda quest’anno le perdite sono state enormi, non ci possiamo permettere più di rischiare l’anno prossimo di avere altri danni. Serve un’azione condivisa da parte degli enti preposti che coinvolga noi pastori, noi agricoltori. Abbiamo notato che dai terreni dove va a morire (l’invasione ndc), poi l’anno successivo da lì riparte perché lì hanno deposto le uova. È un’invasione ormai talmente estesa che serve veramente un coinvolgimento di tutti. Altrimenti continuerà ad espandersi, e diventerà una piaga per un territorio troppo ampio. I danni sono enormi se si pensa che le cavallette quando sono ancora piccole (a inizio primavera) è nel periodo dei ricacci, si riversano sui germogli perché sono più teneri, compromettendo la crescita di erbai per il pascolo, e dopo per la scorta foraggera». E chi invece le cavallette le ha viste per la prima volta quest’anno, giunte nei propri pascoli e campi ormai quasi adulte, sono gli allevatori di Olzai ad esempio. Per Tonino Siotto, ollolaese con azienda a Olzai l’azione delle istituzione sarà fondamentale. «Che studino e ci coinvolgano è il minimo, ma senza dubbio il tempo farà la differenza. O si pianifica già da ora, o l’anno prossimo saremo di nuovo in questa situazione». È quello che si augura anche la Coldiretti Nuoro Ogliastra tramite il suo direttore Alessandro Serra. «Oltre agli indennizzi, fondamentali dopo anni di perdite, aspettiamo fiduciosi che si investa finalmente in prevenzione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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