La Nuova Sardegna

Nuoro

Tortolì rapita dall’Opera canta con Katia Ricciarelli

di Claudia Carta
Tortolì rapita dall’Opera canta con Katia Ricciarelli

Il grande successo della seconda serata promossa dalla Pastorale del turismo E questa sera sul palco Neri Marcorè “Sulle corde poetiche di Gaber e De Andrè”

19 agosto 2021
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TORTOLÌ. Metti una sera all’Opera. Unisci un pubblico capace di andare a tempo e tenere il ritmo. Se poi aggiungi le voci di Katia Ricciarelli e di colui che per l’intera serata lei chiama “il mio ex allievo”, alias il tenore Francesco Zingariello, si capisce che non sarà il solito concerto. La seconda serata della Pastorale del turismo fa cantare l’Anfiteatro Caritas di Tortolì che a più riprese chiede il bis ai suoi artisti blasonati, passando tra ballate e romanze celebri, spaziando dalle note calde e suadenti di “Marechiare”, “Parlami d’amore Mariù” e “Habanera” della Carmen di Bizet, fino alla forza travolgente di “Granada”, andando a ripercorrere i brani popolari della canzone sudamericana, con un passaggio forte dentro il musical, in “Memory”.

Nel mezzo c’è una donna, Katia Ricciarelli, capace di raccontarsi con ironia. La sua passione per il ballo: «Andavo a ballare quando ero ragazza, ma ballavo il rock and roll; i miei cavalieri erano distrutti perché io ballavo come una matta e tornavo a casa esausta, beccandomi pure due ceffoni da mia madre!». Josè Carreras e i suoi tredici anni di amore. L’accettazione del tempo che passa: «La voce, come il corpo, cambia con il passare del tempo. Bisogna accettarlo. Non puoi pensare di fare le stesse cose che facevi quarant’anni fa. Non ha alcun senso abbassare di due toni una musica solo perché non ci arrivi, direttamene canti qualcosa che è nelle tue corde, oggi. Ecco perché, grazie alla mia curiosità e creatività, mi piace fare altro». Lo spartito della donna Ricciarelli è un crescendo di aneddoti, battute e ricordi. Elegante anche nel prendersi in giro per l’età o per i capelli “ultra soffici e imbalsamati”. Ma il brivido è sempre quello che si crea con il pubblico, in un continuo rimando di emozioni che scende e sale dal palco, investe la platea la quale, di rimando, si lascia coinvolgere cantando all’unisono pezzi celebri della canzone napoletana, da “Funiculì funiculà”, a “O surdat ‘nnamurato”; “O sole mio” è l’ovazione finale a una donna che è riuscita a portare sulla scena la sua umanità autentica. Anche stasera sarà spettacolo allo stato puro quando a tenere la scena sarà un mostro sacro come Neri Marcorè. E c’è da scommetterci che “Il cuore altrove” – titolo del film di Pupi Avati che ancora oggi risulta l’impegno cinematografico più apprezzato di Marcorè e che gli è valso il Nastro d’Argento come migliore protagonista – ce l’avranno ancora una volta gli spettatori della Pastorale, vedendo uno degli intrattenitori e interpreti teatrali più apprezzati cimentarsi in una serata dal titolo “Sulle corde poetiche di Gaber e De André”, per quella che viene descritta come una conversazione in musica tra Neri e il vescovo Antonello Mura, il quale ha già tranquillizzato tutti dicendo che non sarà lui a cantare. Insomma, serata d’autore.

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