Belvedere ripulito ma tornano i rifiuti
di Alessandro Farina
Bosa. A poche ore dal lavoro dei volontari l’area è di nuovo piena di spazzatura
31 agosto 2021
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BOSA. Sul belvedere che si affaccia sopra “Su poltu e su fuste” al lato della litoranea Bosa-Alghero «Gli è tutto da rifare» avrebbe detto il buon Gino Bartali. A poche ore dalla pulizia straordinaria assicurata da due associazioni di volontariato della Sardegna, con l’apporto del Comune e della ditta che si occupa della differenziata, nei giorni scorsi, qualcuno ha nuovamente scaricato oltre il guard rail tra i cespugli l’ennesimo rigurgito di pattume. Mentre a terra si nota già una prima timida imbiancata di residui fazzoletti di carta. Questa la situazione a fine agosto, che l’assessore alla differenziata Federico Ledda descrive con comprensibili parole di amarezza, più che di rassegnazione. “Agiu tenimos nois de istare gherrende” la sentenza popolare in sardo (Abbiamo voglia di ingaggiare questa battaglia di civiltà, si potrebbe tradurre, ndc) lo stigma finale di Ledda, di fronte a quello che appare un ennesimo affronto alla certamente numerosa comunità di persone civili che abitano Bosa e il territorio. L’antefatto il 29 agosto, quando nel parcheggio-belvedere che si affaccia sull’ameno panorama dell’isolotto di Managu e di Capo Marrargiu, arrivano da mezza Sardegna gli attivisti di Ecocleanmov e Sardegna Bio, con in aiuto anche un gruppo di turisti milanesi presenti a Bosa e decisi a dare una mano. Ci vogliono ore di lavoro per liberare la zona da cicche di sigaretta e resti di profilattici e fazzoletti di carta, la minutaglia raccolta. Mentre dai cespugli di macchia mediterranea modellati dal Maestrale spuntano carcasse di animali, lo sportello di un camion frigo, un bidet, materiale edile di risulta, scheletri di sedie. Il “campionario” della discarica abusiva viene quindi caricato sul mezzo della Econord. Non passa però neanche una settimana e sul belvedere già ricompaiono i segni del degrado. Con ben evidente una ennesima colata di mondezza scaricata da qualcuno tra i cespugli. Insomma «Tutto da zero. Come se niente fosse. Ho finito parole, insulti, considerazioni e riflessioni. Vergognosamente indecente e paurosamente incredibile il livello di inciviltà. E questi pontificano, parlano, giudicano l'ingrato lavoro di giorni, squadre, ditte, amministrazioni» va giù duro Federico Ledda in un commento pubblicato sulla sua pagina social. Non una dichiarazione di resa, evidentemente, ma l’ennesimo punto di partenza, sempre più difficile, in una battaglia che dura da decenni e che ha messo a dura prova tanti amministratori, come al pazienza di un popolo, quello delle persone civili, sempre più sconcertato di fronte a questi inspiegabili scenari di maleducazione conclamata.