La Nuova Sardegna

Nuoro

La Regione vuole 4 milioni per i danni

di Giusy Ferreli
La Regione vuole 4 milioni per i danni

Dopo le richieste di condanna del pm per generali e comandanti, al processo di Lanusei è il turno delle parti civili

11 settembre 2021
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LANUSEI. Risarcimenti milionari e la richiesta al giudice del tribunale di Lanusei, Nicole Serra, di trasmettere gli atti alla procura affinché si perseguano quelli che sono ritenuti i veri responsabili del disastro ambientale a Quirra: i vertici della Difesa. La prima giornata della discussione con protagoniste le parti civili riserva più di un sorpresa. Se tu tutte si staglia la richiesta di un risarcimento di 4 milioni di euro, avanzata dall’avvocata Angela Serra che rappresenta la Regione, non meno clamoroso è quanto richiesto dal collega Gianfranco Sollai. Parla per primo, l’avvocato Sollai, e lancia l’affondo dopo la sua ricostruzione dei fatti. Si sofferma sul disastro ambientale – normato dall’articolo 434 del codice penale e mai contestato agli 8 ex comandanti del Pisq sui quali pende una richiesta di condanna del pm Biagio Mazzeo che va dai 3 ai 4 anni – non solo sulle condotte omissive attribuite agli alti ufficiali.

«Non possiamo imputare tutte le responsabilità di quanto accaduto nel Poligono sperimentale interforze del salto di Quirra ai comandanti» dice, rivolgendosi al generale Alessio Cecchetti, l’unico imputato presente in aula al quale, al pari degli altri, viene contestata l’accusa di omissione aggravata di cautele (articolo 437). La fattispecie contestata si è concretizzata? I soggetti attivi di queste condotte sono i comandanti? «Per alcuni dei capi d’imputazione sì, per altri no» sostiene Sollai che chiede di individuare i responsabili del disastro. Responsabili che, secondo il legale, si trovavano ai piani alti del Ministero e degli Stati maggiori «perché, di disastro certamente si è trattato: un’alterazione irreversibile di ecosistema con offesa della pubblica incolumità» incalza il legale che tutela un decina di parti offese e ha chiesto complessivamente un milione di euro agli eventuali condannati, in solido con il responsabile civile, il Ministero della difesa.

Per supportare la sua tesi mostra le immagini delle aree interessate dalle esercitazioni e dei brillamenti. Ricorda quanto si è detto a dibattimento sull’ossido di arsenico, che se supera determinata temperatura diventa cancerogeno, o sul perclorato che si trasforma in diossina. Ricorda le continue attività militari ad alta intensità.

«I dati sul disastro ambientale hanno riscontri nelle perizie e nelle testimonianze della dottoressa Gatti materiali che ha riscontrato materiali non biodegradabili e non biocompatibile e nelle tibie con altissime livelli di torio dei pastori deceduti, analizzate dal professor Lodi Rizzini». Altro durissimo atto d’accusa contro la Difesa arriva dall’avvocata Serra che, nel chiedere i 4 milioni per i danni d’immagine, morali e per le ripercussioni sulle attività produttive, ricorda quanto sia stato difficile per i rappresentanti regionali del Comipa Sardegna (organismo misto destinato ad armonizzare le attività militari sui territori) avere informazioni sulle ripercussioni ambientali delle esercitazioni. «La Regione – racconta – aveva portato quest’esigenza di salute all’interno del Comitato ma si era scontrata con l’ assoluta reticenza della parte militare. In questo processo queste tematiche acquisiscono un’ulteriore rilevanza. Del diritto alla salute nella sua dimensione collettiva è titolare anche la Regione: per questa ragione si è costituita parte civile».

Il Comune di Ulassai e rappresentato dall’avvocato Danilo Floris chiede 300mila euro per i mancati canoni sulle terre sottratte all’uso civico ma non solo. «In tutti questi anni di processo il paese ha dovuto sopportare un’indubbia danno di immagine, in particolare sul fronte del turismo» dice Floris lasciando al giudice Serra la valutazione economica del danno. Alla stessa maniera il Comune di Tertenia che con l’avvocato Matteo Stochino si rimette alla decisione del tribunale chiesto sulla provvisionale per eseguire lo screening sulle zone da bonificare. La discussione riprenderà martedì sempre con le parti civili.

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