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Dopo la censura di “Fiore nero” aperta la mostra di Bentivoglio

di Giusy Ferreli
Dopo la censura di “Fiore nero” aperta la mostra di Bentivoglio

ULASSAI. Preceduta da un singolare caso di oscuramento dei canali social che la promuovevano al grande pubblico, sabato ha aperto i battenti alla Stazione dell’arte di Ulassai la mostra di Mirella...

28 settembre 2021
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ULASSAI. Preceduta da un singolare caso di oscuramento dei canali social che la promuovevano al grande pubblico, sabato ha aperto i battenti alla Stazione dell’arte di Ulassai la mostra di Mirella Bentivoglio “L’altra faccia della luna”, la prima retrospettiva dedicata all'artista dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2017 all’età di 94 anni. Curata dal direttore del museo, Davide Mariani e da Paolo Cortese, la mostra mette in luce la complessità della poetica dell'artista, attraverso l'esposizione di oltre cinquanta opere, foto, video e bozzetti e stimola riflessioni e dialoghi su argomenti oggi più che mai attuali. Di scottante attualità il messaggio affidato a “Fiore nero”, l’opera che ha mandato in tilt l’algoritmo di Facebook e causato l’oscuramento della pagina del museo.

«Il contenuto colpito da censura – sottolinea Mariani – è un’opera tra le più esplicative della filosofia di Bentivoglio, realizzata nel 1971 ed esposta perfino alla Biennale di Venezia nel 1978 all’interno della storica mostra “Materializzazione del linguaggio”». L’opera, costituita da un assemblaggio di ritagli di giornale riportanti la notizia dell’uccisione di un afroamericano da parte di un poliziotto bianco, prende le sembianze di un fiore e rappresenta un preciso atto di denuncia delle discriminazioni e delle disuguaglianze sociali. Per i curatori si tratta un’opera capace di smuovere gli animi e di stimolare profonde riflessioni su vicende quanto mai attuali come l’omicidio nel 2020 di George Floyd. A distanza di oltre 48 ore Facebook ha deciso di riattivarla. «Non ci hanno comunicato le motivazioni – afferma ancora Mariani – probabilmente anche in seguito al tam tam mediatico e alle nostre ripetute segnalazioni i contenuti incriminati sono stati riesaminati alla luce dell'intelligenza umana e non solo di quella artificiale». La mostra ripercorre le tappe che hanno scandito il suo itinerario artistico, a partire dalle sperimentazioni portate avanti tra gli anni Sessanta e Settanta, in cui l’artista si muove dapprima nell’ambito della “poesia concreta” e poi in quello della “poesia visiva. «Indubbiamente l’esperienza più eclatante che ha letteralmente fatto la storia della poesia visiva in generale e di quella al femminile in particolare, è la mostra “Materializzazione del linguaggio”, in occasione della Biennale d’arte di Venezia del 1978, in cui sono state riunite ottanta artiste impegnate a dare forma alle espressioni tra “linguaggio e immagine” e tra “linguaggio e oggetto”» ha dichiarato l’altro curatore, Paolo Cortese. Tra queste anche Maria Lai, che vi prende parte con i primi libri cuciti e con un’opera frutto della collaborazione con la stessa Bentivoglio, il Libro-Alfa (1978), un elenco telefonico rivestito da una copertina di pane. «È proprio da quell’esperienza che trae ispirazione la mostra “L’altra faccia della luna” – conclude Mariani – il cui il titolo è preso in prestito da un libro d’artista realizzato da Bentivoglio nel 2013».

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