La Nuova Sardegna

Nuoro

Gli esperti dell’Assl: dopo 2 anni è cessata l’emergenza scrapie

di Federico Sedda
Gli esperti dell’Assl: dopo 2 anni è cessata l’emergenza scrapie

Al Comune di Bolotana è arrivata la nota dei veterinari E la sindaca revoca l’ordinanza di sorveglianza sanitaria 

29 settembre 2021
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BOLOTANA. Mentre nelle campagne di Bolotana e del Marghine dilagano i contagi della lingua blu (l’altro giorno la sindaca, Annalisa Motzo, ha disposto con un’unica ordinanza il sequestro di 18 allevamenti infetti dalla febbre catarrale degli ovini e, con un’altra, l’obbligo di smaltimento degli animali morti), nell’agro di Bolotana si registra finalmente una buona notizia: l’allarme scrapie, un’altra malattia fulminante che colpisce i ruminanti, è cessato dopo due anni di sorveglianza sanitaria dell’allevamento infetto in località Puderigos. Il servizio di sanità animale della Assl di Nuoro ha comunicato alla sindaca che non sussistono più le condizioni che avevano portato, due anni fa, all’emissione dell’ordinanza di sorveglianza sanitaria dell’allevamento. Da qui la proposta di revoca immediata del provvedimento. Cosa che la prima cittadina ha fatto ieri, 28 settembre 2021, revocando l’ordinanza emessa il 24 maggio 2019 con la quale l’allevamento di Puderigos veniva messo sotto sorveglianza per un focolaio di scrapie: la malattia neurodegenerativa e infettiva che colpisce pecore e capre fino a provocarne la morte. Un fenomeno particolarmente attivo nelle campagne del Marghine e che, negli anni scorsi, ha provocato l’abbattimento di centinaia di capi. I territori più colpiti sono stati quelli di Macomer, Bolotana, Silanus, Sindia, Bortigali, Lei, Dualchi e Noragugume.

Quello della scrapie è, dunque, un fenomeno sempre in agguato nelle campagne del centro Sardegna e difficile da sradicare. Nelle campagne del Marghine, da una decina di anni a questa parte, si registra un’altissima incidenza della malattia conosciuta anche con il nome di pecora pazza. Il morbo è causato dal prione, una proteina che normalmente è presente nell’ animale sano e che subisce un’alterazione. La scoperta della malattia impone ai sindaci, su segnalazione del servizio veterinario delle Assl, di emanare un’ordinanza con la quale si ordina la macellazione di capi ovini infetti e la sorveglianza sanitaria dell’allevamento per non meno di due anni: un periodo ritenuto sufficiente per debellare la malattia applicando una serie di misure cautelari. In particolare, oltre all’applicazione di alcuni accorgimenti nella riproduzione controllata del bestiame, l’ordinanza impone il divieto di spostamento del bestiame; l’isolamento degli animali ammalati da quelli sani; il prelievo dei campioni per gli esami; disinfezioni periodiche dell’ovile e l’obbligo di non portare il latte fuori dall’azienda. Tutte misure preventive che puntano a evitare che la malattia possa diffondersi agli allevamenti vicini, provocando notevoli danni alle aziende zootecniche dalla mancata vendita del latte e della carne.

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