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Nuoro

«Poca e di grande qualità» in moto l’esercito dell’uva

di Luca Urgu
«Poca e di grande qualità» in moto l’esercito dell’uva

Orgosolo, Mamoiada, Oliena e Dorgali fanno un primo bilancio della vendemmia La produzione è stata compromessa in parte dalle gelate dello scorso aprile 

03 ottobre 2021
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ORGOSOLO. Muzanu, Sorasi, Iloghe, Guthiddai. Nomi suggestivi che evocano storie millenarie. Quattro toponimi di altrettante aree di paesi che confinano. In alcuni casi si guardano, incrociano rapporti, collaborano e professionalmente si “sfidano” nell’arte antica della vinificazione. Questi luoghi circoscritti e ben conosciuti con dei nomi precisi e in alcuni casi davvero singolari portano a Mamoiada, Orgosolo, Dorgali e Oliena. Microterritori per una viticoltura sempre più di qualità.

In questi giorni tra i verdi filari che si inerpicano in collina con panorami mozzafiato è in pieno movimento l’esercito della vendemmia. Uomini e donne con le loro cassette colorate tagliano l’uva giunta all’ideale maturazione e la portano poi in cantina dove viene immediatamente scelta e macinata. Da qui il lungo e delicato cammino del mosto che nei prossimi mesi diventerà vino. E dopo l’affinamento in bottiglia o in botte raggiungerà i mercati. A Orgosolo come d’altronde negli altri paesi vicini le operazioni della vendemmia sono work in progress, ma ancora dieci giorni e la raccolta si dovrebbe concludere.

«Le prime valutazione ci fanno dire che la qualità delle uve è davvero elevata, minore la quantità anche perché paghiamo in alcuni casi lo scotto delle gelate di aprile – dice Totoni Lovicu, presidente Cantine Orgosolo – la maturazione è ottimale e gli zuccheri equilibrati. Abbiamo già vendemmiato il rosato e le vigne più a valle ora tra questo fine settimana e il prossimo dovremo chiudere» conclude Lovicu che rappresenta un’azienda al quattordicesimo anno di vita. Una realtà in crescita con vini di grande appeal (Soroi e Urulu tra tutti) e una produzione media annua di 30 mila bottiglie.

Da Orgosolo a Oliena ci sono una quindicina di chilometri e le vigne disegnano il territorio come nel caso dell’azienda dei fratelli Puddu in località Urbuddai (altro toponimo curioso).

Qui la vendemmia iniziata a fine agosto si sta terminando. «Si siamo finalmente agi sgoccioli – dice Nina Puddu – anche per noi le gelate sono state una mazzata compromettendo la produzione di un buon 30 per cento. Però la qualità è davvero ottima e la lavorazione in cantina si sta svolgendo al meglio».

A Mamoiada ogni casa corrisponde a una vigna, tanto basta per capire quanto sia totalizzante e collettivo il fermento in queste giornate con auto, camion e trattori gonfi di cassette d’uva che rientrano dall’agro per la spremitura. E il ritmo del lavoro che paga sempre si alterna a quello della festa di un momento conviviale da sempre. «La vendemmia sta andando bene. Sia in quantità che qualità posso essere soddisfatto» dice Pier Graziano Sanna che ieri era a Milano e aveva un motivo in più per festeggiare perchè il suo vino Bobotti riserva 2019 è stato premiato tra i migliori d’Italia.

Se Oliena e Orgosolo non ridono per le quantità a Dorgali si piange. A Iloghe, ma soprattutto nella vallata di Oddoene sono concentrati i vigneti migliori e dove si dice nascano i migliori vini del paese, dove la cantina sociale è una realtà importante da decenni in un mercato dove si sono affacciati anche nuove imprese. «La gelata ci ha dimezzato il prodotto – dice Francesco Fronteddu della cantina Berritta, azienda nata nel 2007 con una produzione annua di 35 mila bottiglie – abbiamo terminato ieri di macinare le uve, un processo portato avanti a tappe iniziato il 25 agosto con i prodotti più precoci. Ora confidiamo nella qualità che ci sembra davvero buona, almeno per compensare superare in parte ai problemi di resa».

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