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La minoranza di Olzai al prefetto: la sindaca è antidemocratica

La minoranza di Olzai al prefetto: la sindaca è antidemocratica

OLZAI. Ester Satta, Emanuele Comes e Giovanni Maria Morisano, componenti della minoranza olzaese in consiglio comunale, con una lettera al prefetto Luca Rotondi, hanno denunciato quella che hanno...

07 novembre 2021
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OLZAI. Ester Satta, Emanuele Comes e Giovanni Maria Morisano, componenti della minoranza olzaese in consiglio comunale, con una lettera al prefetto Luca Rotondi, hanno denunciato quella che hanno definito «una violazione delle regole che garantiscono il normale funzionamento del consiglio comunale» da parte della maggioranza guidata da Maddalena Agus, «perché di fatto impedisce il corretto espletamento del nostro mandato. In questo primo anno di consiliatura, sono state puntualmente disattese le proposte formulate dal nostro gruppo per inserire, come punti all’ordine del giorno in consiglio, la trattazione questioni rilevanti per la vita della comunità di Olzai e del territorio. In particolare riteniamo non è stato ancora convocato un consiglio comunale, nonostante ripetuti solleciti, per discutere della situazione venutasi a creare nella nostra comunità in seguito all’assenza della figura del medico di base. La nostra richiesta di portare all’attenzione del Consiglio comunale un argomento di tale importanza, qual è quello della perdita di un servizio essenziale e, più in generale, riguardo alla questione sanitaria in cui versa il nostro territorio, è stata definita dal sindaco “poco carina” e alla fine è stata rigettata».

Per i tre della minoranza, grave è stata anche la mancata possibilità di risposta «ad alcuni attacchi mossi dalla maggioranza in assemblea quando eravamo assenti, cosa che ci ha portato ad abbandonare l'aula in segno di protesta. Abbandono motivato – dicono ancora – anche dal fatto che il presidente del consiglio, nonché vicesindaco, ha chiesto espressamente alla segretaria comunale che i nostri documenti non venissero allegati agli atti, ma che eventualmente passassero per le vie che avrebbe potuto seguire qualsiasi cittadino, ossia attraverso il protocollo, disconoscendo con questa decisione il nostro ruolo di amministratori». (m.c.)

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