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Nuoro, Consorzio industriale provinciale: gli ex vertici a processo

Valeria Gianoglio
Il tribunale di Nuoro
Il tribunale di Nuoro

Sono imputati l’ex presidente Piero Guiso, il direttore Tore Serra e due consulenti. Le accuse: corruzione, falso ideologico e turbata libertà di scelta del contraente

13 novembre 2021
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NUORO. Tutti rinviati a giudizio. Il processo, davanti al tribunale collegiale, comincerà il prossimo 16 febbraio. Si è conclusa così, ieri pomeriggio, l’udienza preliminare al termine della quale il gup Giovanni Angelicchio ha deciso di rinviare a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta ribattezzata “Il sistema”, i vertici del Consorzio industriale provinciale, ovvero il direttore Tore Serra e l’ex presidente Piero Guiso, e poi i consulenti Luigi Zilli e Renato Sabatino, accusati in concorso di istigazione alla corruzione, di falso ideologico e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente

. Nel mirino degli investigatori, agli albori dell’inchiesta, erano finiti l’appalto per la realizzazione di una piattaforma per il trattamento dei rifiuti, che la Regione aveva finanziato con 2 milioni e mezzo di euro, e l’acquisizione di alcuni lotti di terreno del Consorzio industriale provinciale, nei quali sarebbe dovuto sorgere un impianto fotovoltaico.

Tutti rinviati a giudizio, dunque: così ha deciso il 12 novembre, al termine della camera di consiglio, il gup Giovanni Angelicchio, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Andrea Ghironi e dopo essersi pronunciato, a inizio udienza, anche sulla richiesta avanzata dalla difesa di dichiarare inutilizzabili alcune intercettazioni che erano state disposte nell’ambito di un altro procedimento e che secondo la difesa non avevano rispettato alcuni passaggi legati alle norme. Ma il gup Giovanni Angelicchio, ieri, ha rigettato le eccezioni sollevate dagli avvocati sulle intercettazioni, e ha dichiarato queste ultime tutte pienamente utilizzabili, anche se in parte disposte nell’ambito di altri procedimenti figli però della stessa indagine madre.

«Ma – ha precisato il gup – trattasi dei medesimi soggetti, di contestazioni mosse relative al medesimo finanziamento, di soggetti appartenenti alla medesima amministrazione: c’era un unico disegno criminoso. E per questo l’eccezione sull’inutilizzabilità delle intercettazioni è infondata». E dopo la decisione sulle eccezioni, e al termine della camera di consiglio, il gup ha deciso dunque anche di accogliere la richiesta del pubblico ministero Andrea Ghironi, e di rinviare a giudizio Serra, Guiso, Zilli e Sabatino. Il processo comincerà a metà febbraio.

I difensori – Antonello Cao, Rinaldo Lai, Giuseppe Luigi Cucca, Antonello Cucca, Giacomo Di Francesco e Basilio Brodu, nella precedente udienza avevano cercato di far emergere la contraddittorietà e le falle dell’inchiesta che, secondo i legali, si fonderebbe su gare d’appalto e procedure che per gli avvocati non ci sarebbero mai state perché non era ancora cominciato il procedimento amministrativo.

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