La Nuova Sardegna

Nuoro

“Palazzo del Conte”, via libera ai lavori Sarà la sede del gusto

di Sergio Secci
“Palazzo del Conte”, via libera ai lavori Sarà la sede del gusto

Posada. Iniziata la ristrutturazione dello stabile storico Ospiterà le eccellenze enogastronomiche del parco Tepilora

01 dicembre 2021
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POSADA. “Gusta Tepilora, le eccellenze nella casa del Conte Teodato” saranno presto una realtà nel centro storico dell’antico borgo fortificato. Sono infatti partiti i lavori per il restauro del vasto rudere nell’ambito del progetto di sviluppo territoriale Tepilora patrimonio accessibile a tutti. Ad eseguire il lavori di restauro, per oltre un milione di euro, sarà un’associazione temporanea di imprese con capofila Pierpaolo Boi e figli srl di Cagliari che si è aggiudicata la gara d’appalto bandita dall’Unione dei comuni del Mont’Albo. «Il tempo previsto per completare l’opera è stimato in 540 giorni – dice il sindaco di Posada Salvatore Ruiu –. Dall’altro ieri, abbiamo emesso un’ordinanza che vieta il transito sino a via Eleonora e soltanto i residenti, potranno accedervi per lo scarico e il carico. Ci saranno disagi che cercheremo comunque di limitare al minimo indispensabile». Il progetto per rimettere a nuovo l’antico palazzo, è stato redatto dall’architetto Franco Niffoi responsabile di un team di tecnici specializzati in questo tipo di lavori. Secondo le intenzioni della precedente amministrazione comunale, una volta ultimate le opere, il palazzo del Conte, ospiterà degli spazi incentrati sull’enogastronomia locale spaziando su itinerari a tema in tutto il territorio del parco di Tepilora con il coinvolgimento di operatori economici del territorio ma anche con partnership di Legambiente, Fai e Slow Food Italia. La ricostruzione de “Su Palattu e su Conte” come viene chiamato in paese, rivitalizzerà tutto il centro storico vista anche al sua posizione tra le chiese del Rosario e la parrocchia e adiacente il vecchio municipio, anch’esso in fase di restauro dal parte del Comune. Secondo gli storici, la struttura sarebbe la “duana salis” citata nel “liber fondachi dei Pisani”, una dogana del sale che la Repubblica Toscana registrò tra i beni di proprietà dell’opera di Santa Maria di Pisa assieme al castello e alla Curia murata, sede del potere giudicale. Nei primi anni dell’Ottocento una parte del palazzo venne affittato dalla marchesa Pasqua e quando questa lasciò Posada, ciò che restava del palazzo, venne acquistata da una famiglia di Bitti.

L’incuria e l’abbandono hanno portato alla completa rovina del palazzo e i proprietari hanno preferito cederlo al Comune (in cambio di volumetria in un diverso comparto) per non affrontare un costo ingentissimo per la ristrutturazione. Il palazzo, è realizzato su tre livelli da 500 metri quadri cadauno e con accessi da due strade. Vista l’impossibilità per i grossi camion da cantiere di accedere all’area, occorrerà procedere soprattutto manualmente, con strumenti e mezzi adeguati che comporteranno per questo motivo, oltre un anno e mezzo di i lavori.

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