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Processo per lottizzazione abusiva, la parola in aula passa alla difesa

Processo per lottizzazione abusiva, la parola in aula passa alla difesa

NUORO. «Hanno solo venduto i loro terreni agricoli, è stata una normale operazione commerciale, come tante, una normale vendita di terreni agricoli, e dietro non c’era nemmeno il lasciar supporre che...

02 dicembre 2021
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NUORO. «Hanno solo venduto i loro terreni agricoli, è stata una normale operazione commerciale, come tante, una normale vendita di terreni agricoli, e dietro non c’era nemmeno il lasciar supporre che gli stessi terreni avrebbero avuto una nuova destinazione d’uso». Con la discussione dell’avvocato Aldo Petta, sono cominciate ieri, davanti al tribunale collegiale, le arringhe dei difensori al processo che vede 17 persone a giudizio per una “lottizzazione abusiva” a S’Ena e s’acchitta-Capo Comino. Secondo l’accusa, gli imputati, tra i quali c’erano anche i proprietari dei terreni che poi avevano venduto i lotti, gli acquirenti e anche i professionisti che si erano occupati dei progetti, sono accusati di aver realizzato case vacanze là dove invece, in base alle norme, ci sarebbero dovuto essere terreni e aziende agricole. Gli imputati, fino a qualche tempo fa erano 18, ma alcune settimane fa, ne è scomparsa una, per cui a giudizio sono rimasti in 17: Giuseppe Falconi, Giuseppe Cualbu, Maria Antonietta Depau, Giovanna Cualbu, Palmira Tucci, Decimo Congiu, Mario Casula, Diego Carzedda, Giulia Buffoni, Giuseppe Corrias, Martino Melis, Renzo Cremin, Massimo Melegaro, Albino Calvisi, Giovanna Franca Cumpostu, Omar Cabras, Piero Scanu.

L’avvocato Petta ha spiegato ai giudici, dunque, per quale motivi il suo assistito, Giuseppe Falconi debba essere assolto. E come lui il co-difensore di Falconi, Antonella Soddu, ha precisato che « dagli atti di vendita e dal frazionamento, non emerge l’intento e la finalità di creare una lottizzazione abusiva». E sempre ieri, tra i difensori che hanno esposto le loro conclusioni, ci sono stati anche gli avvocati Simonetta Pinna, Claudio Sotgiu, e Piera Pittalis. «Il mio assistito, Mario Casula – ha spiegato l’avvocata Pittalis, insieme al co-difensore di Casula, Francesco Lai – ha acquistato un magazzino e altri fabbricati, lo ha fatto affidandosi dell’operato di ben tre notai diversi che preventivamente hanno verificato la legittimità e regolarità di tre atti di compravendita. E lo dicono le carte. Nella relazione tecnica dell’ultimo locale acquistato viene precisato che il progetto era querllo di creare una piccola azienda agricola. E tutti gli interventi fatti erano perfettamente in linea con la vocazione agricola». «L’operato del mio assistito, l’architetto Omar Cabras, è legittimo» ha affermato l’avvocato Claudio Sotgiu, dopo aver argomentato con scrupolo i motivi per i quali chiedeva l’assoluzione del professionista, o in subordine, l’assoluzione per intervenuta prescrizione. Tutti i reati sono ormai prescritti, ma la grande battaglia tra accusa e difesa, da adesso in poi si gioca soprattutto sulla pena accessoria chiesta dal pm Andrea Ghironi: la confisca dei terreni e delle case. Perché quella non va in prescrizione. Nella prossima udienza, il 24 gennaio, parleranno gli altri difensori. (v.g.)

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