La Nuova Sardegna

Nuoro

Orune, omicidio Carai: perizia su due “pattadesi”

di Kety Sanna
Orune, omicidio Carai: perizia su due “pattadesi”

Accertamenti irripetibili sulle armi sequestrate ai fratelli Contena, unici indagati Il gip ha disposto un incidente probatorio: i risultati verranno depositati ad aprile

26 gennaio 2022
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NUORO. A un mese e mezzo dall’arresto dei due gemelli 52enni di Orune, Giuseppe e Mauro Contena, unici indagati per l’omicidio di Mauro Antonio Carai, l’allevatore di 74 anni ucciso a coltellate il 28 agosto nelle campagne del paese, il gip del tribunale di Nuoro, Giacomo Ferrando, ha disposto un nuovo incidente probatorio per svolgere accertamenti tecnici irripetibili su una pistola e su due “pattadesi” sequestrate nell’ovile dei due fratelli al momento dell’arresto, la mattina del 15 dicembre scorso.

Ieri il giudice alla presenza del pubblico ministero Riccardo Belfiori, titolare dell’inchiesta, degli avvocati Luigi Esposito, legale degli indagati, e Pasquale Ramazzotti in rappresentanza della parte offesa, ha conferito l’incarico al maresciallo Gavino Piras, del Ris di Cagliari, che dovrà ricercare sui due coltelli a serramanico, di dieci e dodici centimetri, rinvenuti durante la perquisizione domiciliare, tracce di natura biologica dalle quali estrapolare profili genetici riconducibili alla vittima.

Sempre ieri è stato conferito l’incarico anche al perito balistico Roberto Marongiu, incaricato di analizzare la pistola e il relativo munizionamento, sequestrati nell’azienda agricola dei due allevatori orunesi. Presente anche il consulente di parte della difesa, Andrea Maludrottu. La perizia verrà depositata all’udienza del 12 aprile.

Le indagini per l’omicidio di Mauro Antonio Carai che era stato catalogato da subito come un delitto d’impeto, lontano per modalità di esecuzione dalle logiche della faida, qualche giorno dopo avevano portato gli inquirenti sulle tracce dei fratelli Contena. La svolta era arrivata con l’incidente probatorio l’8 novembre scorso: a seguito degli accertamenti effettuati dal perito Gavino Piras del Ris di Cagliari, era emerso che tracce biologiche riconducibili all’allevatore ucciso erano state trovate sul lato guida di una delle due vetture in uso ai fratelli indagati, sul tappetino e sul sedile lato passeggero di un’altra auto di loro proprietà, e su una maglietta sequestrata nella loro abitazione.

In particolare era emerso, che oltre al profilo della vittima ne era stato individuato un altro “ignoto”, presente sia sulle auto dei Contena, sia sulla maglietta sequestrata nel domicilio di Orune.

La ricerca svolta dal maresciallo del Ris, in quella fase, però, era finalizzata solo all’estrapolazione dei profili genetici presenti sui reperti sequestrati, e non doveva dare risposte sotto il profilo comparativo.

Ma la raccolta di rilevanti elementi indiziari a carico dei due fratelli indagati, aveva portato a metà dicembre, all’emissione del provvedimento cautelare emesso dal gip Teresa Castagna su richiesta della Procura.

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