La Nuova Sardegna

Nuoro

Peste suina, le aziende certificate non si fermano

di Giusy Ferreli
Peste suina, le aziende certificate non si fermano

Talana. Determina dell’assessorato regionale alla Sanità dopo l’abbattimento di venti maiali

06 febbraio 2022
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TALANA. Non tutte le aziende che ricadono nelle zone di protezione e sorveglianza istituite in Ogliastra e nel nuorese dopo il focolaio di peste suina africana verranno sottoposte a blocco. Le aziende certificate avranno un canale privilegiato: i maiali potranno essere movimentati per la macellazione e per la vendita dopo una visita clinica degli esemplari e la verifica dei requisiti di certificazione. Si tratta di un iter decisamente più semplice e veloce rispetto al blocco delle aziende controllate che si trovano nelle stesse zone dove si trovano oltre 250 aziende. La recente novità è stata introdotta nella determina dell’assessorato regionale alla Sanità che prescrive diverse restrizioni e limitazioni dopo la formalizzazione del focolaio di psa in un allevamento domestico Talana ed è stata applicata, in prima battuta, a dicembre scorso quando in 4 dei 107 suini irregolari abbattuti nelle campagne talanesi ad opera dell’Unità di progetto venne riscontrata la sieropositività al virus. «L’autorità competente può concedere deroghe a tali disposizioni per il transito di suini su strada o ferrovia, per i suini da macello a basso rischio ovvero a quello provenienti dalle aziende certificate poste all’interno della zona di protezione e diretti verso un macello situato in detta zona ai fini dell’immediata macellazione dopo la effettuazione dei controlli che confermino la certificazione di azienda certificata» recita la determina che segue di pochissimo l’ordinanza sindacale sull’abbattimento di una ventina i maiali dell’azienda di Biduai. Quanto scritto nero su bianco nel provvedimento del servizio di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell’assessorato se da un lato agevola chi ha seguito il percorso virtuoso della certificazione delle aziende e quindi può dimostrare l’allevamento in biosicurezza dei suini, dall’altro rappresenta uno sprone per chi ancora non lo ha fatto.

«Crediamo – dice a questo riguardo il direttore del servizio Antonio Montisci – che la possibilità di evitare il blocco possa indurre tutte le aziende a intraprendere molto presto la strada della certificazione». Per il direttore Montisci la determina, in ottemperanza al nuovo regolamento introduce la valutazione del fattore di rischio come discriminante.

I controlli contro la malattia che da oltre 40 anni affligge il settore suinicolo sardo si fanno sempre più stretti in virtù delle disposizioni europee.

«Dallo scorso aprile – sottolinea ancora lo stesso direttore del servizio regionale – è in vigore un provvedimento della commissione europea dell’aprile 2021 che obbliga le autorità a decretare la presenza di un focolaio anche in presenza di un solo caso di sieropositività». E proprio da quel primo caso di siero conversione negli irregolari sono state istituite le zone con i controllo.



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