Associazione per delinquere: chieste 8 condanne
Udienza davanti al gup del tribunale, Giovanni Angelicchio, per dieci imputati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto, alla loro ricettazione, al...
15 febbraio 2022
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Udienza davanti al gup del tribunale, Giovanni Angelicchio, per dieci imputati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto, alla loro ricettazione, al riciclaggio e alle frodi in danno di assicurazioni, che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Si tratta di Mario Calledda, Andrea Murru, Valentina Cossu, Melchiorre Paddeu, Stefano Coppo, Claudio Flore, Guido Cherchi, Lorenzo Musina e Antonello Musina. Ieri si è tenuta la requisitoria del pubblico ministero Riccardo Belfiori che ha ricostruito alcuni passaggi cruciali nell’impianto accusatorio prima di concludere con le seguenti richieste di condanna: 10 anni e 2 mesi per Antonello Musina; 9 anni e 3 mesi per il fratello Lorenzo; 4 anni e 6 mesi per Cherchi; 3 anni e 2 mesi per Coppo; 2 anni e 2 mesi per Flore; 8 mesi per Murru; 8 mesi per Cossu e 8 mesi per Calledda. Il pm ha chiesto l’assoluzione per Paddeu.
Il 25 febbraio discuteranno le parti civili e alcuni difensori. L’indagine era nata nell’agosto 2018 quando dalla zona del porto di Olbia, erano state rubate due auto. Le stesse erano poi state ritrovate tempo dopo a Mamoiada. Grazie alle intercettazioni e alle immagini di alcuni impianti di videosorveglianza, gli inquirenti avevano stretto il cerchio attorno ai fratelli: Antonello, Lorenzo, Graziella e Simone Musina, che a Mamoiada gestiscono un’autocarrozzeria. Secondo la pubblica accusa erano a capo dell’associazione per a delinquere. (k.s.)
Il 25 febbraio discuteranno le parti civili e alcuni difensori. L’indagine era nata nell’agosto 2018 quando dalla zona del porto di Olbia, erano state rubate due auto. Le stesse erano poi state ritrovate tempo dopo a Mamoiada. Grazie alle intercettazioni e alle immagini di alcuni impianti di videosorveglianza, gli inquirenti avevano stretto il cerchio attorno ai fratelli: Antonello, Lorenzo, Graziella e Simone Musina, che a Mamoiada gestiscono un’autocarrozzeria. Secondo la pubblica accusa erano a capo dell’associazione per a delinquere. (k.s.)
