La Nuova Sardegna

Nuoro

Tentato omicidio, due condanne

di Enrico Carta
Tentato omicidio, due condanne

Flussio. Gli allevatori Angelo Masala e Manuel Delogu assalirono a colpi di roncola Marcello Zucca

10 marzo 2022
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FLUSSIO. Mancò poco perché finisse con un morto. Per i giudici, quella dell’aprile 2020, non fu una semplice aggressione per dare una lezione. Fu invece un tentato omicidio marchiato dai segni della roncola lasciati sul corpo dell’allevatore di 50 anni Marcello Zucca, che si salvò perché i suoi assalitori non riuscirono a colpire in modo giusto e profondo. Per il collegio del tribunale di Oristano ci provarono e per questo sono stati condannati Angelo Masala e Manuel Delogu. Il primo sconterà 16 anni, il secondo 9 anni e mezzo – i reati contestati, oltre al tentato omicidio, erano anche quelli del porto abusivo della roncola e di danneggiamento –.

C’è anche un terzo condannato ed è Giuseppe Delogu, padre di Manuel, che esce pressoché indenne dal processo. Per lui la pena è di 6 mesi ed è legata al solo danneggiamento. L’imputazione di tentato omicidio in concorso, nata perché aveva aiutato il figlio a fuggire dopo l’aggressione, è stata riconsiderata e trasformata in favoreggiamento. È questo un reato che non si può attribuire a un parente così prossimo come lo è un padre nei confronti del figlio e così è caduto del tutto.

La sentenza dice anche che i due condannati per il tentato omicidio dovranno risarcire la vittima che si era costituita parte civile, assistita dall’avvocato Basilio Brodu. L’entità del danno verrà stabilita nel procedimento di fronte al tribunale civile, ma per il momento i giudici Carla Altieri, Marco Mascia e Antonio Angioi hanno stabilito una provvisionale ovvero un risarcimento parziale di 30mila euro. È la sintesi stringata dell’ultima udienza del processo nato dopo le indagini lampo dei carabinieri, che risolsero il caso grazie alle indicazioni date da Marcello Zucca. Ferito dopo l’assalto avvenuto nella a Nuratolu, porzione del territorio comunale di Sagama, era rimasto cosciente nonostante le gravi condizioni che obbligarono al suo immediato ricovero.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valerio Bagattini, portarono a ricostruire movente e fasi del tentato omicidio. Tra Marcello Zucca e i due allevatori ci fu una prima animata discussione legata alle più classiche questioni del mondo rurale. Uno sconfinamento, forse non il primo, aveva innescato il diverbio che però sembrava essersi concluso. Accadde invece che Angelo Masala (difeso al processo dagli avvocati Antonello Spada e Gianluca Aste) e Manuel Delogu (difeso dalle avvocatesse Rosaria Manconi e Antonella Piredda), aiutati da un minorenne, tornarono indietro e non a mani vuote. Imbracciavano una roncola con la quale colpirono al volto e alla testa Marcello Zucca che rimase sul terreno stordito. Poi fuggirono, in questo aiutati – in particolare Manuel Delogu – anche da Giuseppe Delogu (difeso dall’avvocatessa Antonella Piredda e dall’avvocato Carlo Figus).

Secondo il collegio difensivo, invece, non ci fu la volontà di uccidere, tanto che i colpi roncola non sarebbero stati sferrati di taglio, ma di piatto con la parte metallica. Gli aggressori avrebbero voluto solamente dare una lezione al loro rivale sentendosi a loro volta minacciati durante quella lite. Avevano chiesto che il tutto venisse derubricato a un caso di lesioni, ma, eccezion fatta per la posizione processuale di Giuseppe Delogu, non è stato sufficiente a convincere i giudici che, alle 18, dopo aver accolto negli atti una nuova perizia psichiatrica che stabiliva la completa capacità di intendere di Manuel Delogu, hanno emesso la sentenza.

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