La Nuova Sardegna

Nuoro

La denuncia di un ragazzo di Siniscola: "Mio padre mi costringe a rubare bici"

Valeria Gianoglio
La denuncia di un ragazzo di Siniscola: "Mio padre mi costringe a rubare bici"

Il giovane ha raccontato la sua storia ai carabinieri. Al papà è stata tolta la potestà genitoriale

01 aprile 2022
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NUORO. «Ci può spiegare come siete arrivati a ritrovare la bicicletta rubata?» gli chiede il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli. «Certo – risponde in aula, davanti al giudice monocratico Claudia Falchi Delitala, il teste Stefano Giglioli, luogotenente dei carabinieri e comandante della stazione di Siniscola – l’antefatto risale al 2017. Un ragazzo, minorenne, si era presentato in caserma accompagnato dalla mamma, e ci aveva detto che voleva denunciare il padre perché non ce la faceva più. Questo ragazzo voleva andare a scuola, ma il genitore glielo impediva e lo portava a rubare frutta e verdura di notte, nelle campagne di Siniscola, e le bici dei turisti, di giorno, nelle spiagge della zona».

Capita anche questo, nelle aule del Palazzo di giustizia di via Leonardo da Vinci. Succede che nel mezzo di un processo che vede due siniscolesi a giudizio per ricettazione di biciclette, tra le pieghe di una testimonianza in apparenza come tante, spunti fuori la vicenda umana che in pochi forse si sarebbero aspettati. È la storia di un teenager baroniese che un giorno di qualche anno fa, stremato da mesi di dinamiche familiari complicate, decide di presentarsi in caserma per sporgere una denuncia, e chiedere aiuto. «Non ce la faccio più – aveva raccontato al comandante della stazione – mi dovete aiutare. Voglio denunciare mio padre perché non mi fa andare a scuola e mi costringe a rubare, di notte e di giorno».

«Il ragazzo era disperato – racconta ieri, il comandante Giglioli, rispondendo alle domande del pubblico ministero – ci aveva spiegato che il padre lo costringeva a rubare di notte, nei campi, e di giorno, le bici dei turisti nelle spiagge. Tanto è vero che ci aveva dato anche indicazione su una bici. Tra le bici che aveva descritto il ragazzo, ce n’era una che lui aveva descritto con dovizia di particolari e che poi avevo ritrovato, guardando anche le vecchie denunce».

Ed è così che da quella denuncia, da quel ragazzo che aveva accusato il padre perché non lo faceva andare a scuola e lo costringeva a rubare o a smontare e vendere bici rubate, nascono diversi filoni di indagine. Uno che tocca il delicatissimo tema della potesta genitoriale e che chiama in causa gli assistenti sociali. E l’altro – una inchiesta per ricettazione – che ieri mattina tocca una udienza chiave in tribunale. E che vede due siniscolesi a giudizio proprio per la ricettazione delle biciclette che anche il ragazzino era stato costretto a rubare. Il giovane ora vive con la madre. Al padre è stata tolta la potestà genitoriale.

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