La Nuova Sardegna

Nuoro

Alla memoria

Dodici medaglie d’onore a Lodè, Spoon River dei militari internati

di Luciano Piras

	Matteo Achenza, uno dei giovani di Lodè finito in un campo di internamento militare. Partigiano, è morto nel 1971
Matteo Achenza, uno dei giovani di Lodè finito in un campo di internamento militare. Partigiano, è morto nel 1971

Questa mattina 2 giugno il prefetto di Nuoro Giancarlo Dionisi le consegna ai familiari. Riconoscimento alla memoria anche a un soldato di Triei prigioniero dei tedeschi

02 giugno 2023
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Inviato a Lodè Sembra di vederli lì, discutere tra loro, seduti nel curvone di Su ’e Mutu. Giovani, giovanissimi pieni di sogni e speranze. Tutti in partenza verso il fronte, verso quella maledetta guerra. La seconda mondiale, un’altra carneficina dopo il primo conflitto. Molti di loro, di quei ragazzi, non torneranno più; altri torneranno segnati per sempre. È la loro memoria che non muore e non deve morire mai: ecco perché questa mattina a Nuoro il prefetto Giancarlo Dionisi consegnerà ai familiari le medaglie d’onore alla memoria. Tredici medaglie in totale, 12 sono destinate ad altrettanti lodeini internati militari, caso unico in Italia, senza precedenti. La 13ª medaglia andrà a un soldato di Triei, Ogliastra: Antonio Secci, classe 1916, 231ª Batteria Contraerea, «è stato catturato a Rodi dopo l’8 settembre 1943 – racconta la sindaca del paese delle ginestre, Anna Assunta Chironi –. È stato liberato a maggio del 1945». Prigioniero dei tedeschi, è stato internato a Zittau, Sassonia. «La sua disavventura e il suo sacrificio, sono un esempio per i giovani, per tutti noi» sottolinea la prima cittadina di Triei.

A Lodè, intanto, si fa la conta. In sa carr’e Peppeddu sembra di vederla ancora indaffarata, a tzia Zosippina, Maria Giuseppa Sanna: fosse viva oggi, avrebbe ricevuto lei dalle mani del prefetto le medaglie destinate ai suoi mariti: Pietro Canu, il primo, tornato a Lodè ma morto pochi mesi dopo la fine della guerra, talmente era stremato; Antonio Farris, il secondo, già amico di Pietro, e con il quale ha messo su famiglia. Una storia, due storie, un destino, più destini nel mosaico di questa Spoon River lodeina di epitaffi militari.

«Dobbiamo ringraziare questi giovani che con dolore e sofferenza hanno contribuito a fare la Storia del nostro Paese» dice la sindaca Antonella Canu. Presa da mille impegni nel suo ufficio, Canu non dimentica neppure «il gruppo spontaneo di ricerca nato nella biblioteca comunale che ha lavorato sodo per ricostruire le vicende dei singoli soldati che oggi avranno la medaglia». Oggi: 2 giugno, festa della Repubblica, 77° anniversario. In piazza Vittorio Emanuele, nel capoluogo di provincia, la cerimonia solenne, a partire dalle 10 con l’alzabandiera e l’inno nazionale. Poi, alle 12,30 la consegna delle medaglie, nel palazzo del Governo, in via Deffenu a Nuoro. A coronamento di un lungo percorso tra archivi pubblici e privati, testimonianze e verbali, tra documenti cartacei e rare fotografie.

Materiale preziosissimo passato al vaglio di Marina Moncelsi, direttrice dell’Istasac, l’Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna centrale. Rigore e metodo, è lei che ha verificato le singole fonti per certificare le schede personali e arricchire così l’Atlante degli Imi (internati militari) sardi, in continuo aggiornamento sul lito www.imisardegna.it. È qui che si trovano i nomi di altri due lodeini, Salvatore Serra e Battista Pasquale Deiana, già premiati con le medaglie d’onore alla memoria. A loro due, da questa mattina si aggiungono altri dodici Imi di Lodè.

Matteo Achenza: classe 1920, appartenente all’83° Reggimento divisione “Venezia”, viene fatto prigioniero il 15 febbraio 1943 in Montenegro; fino a tale data, dichiara lui stesso nel verbale di interrogatorio, ha operato contro i tedeschi. Ferito a Previa, è catturato e trasferito in gulag a Belgrado e poi in Germania, ha “aderito ai tedeschi” per poter fuggire e rientrare in Italia; partigiano della 1ª Divisione “Langhe”, ha operato nella zona di Cuneo fino alla Liberazione. È morto nel 1971.

Pietro Canu: classe 1918. Soldato del 3° Battaglione Mortai Artiglieria. Catturato a Patrasso (Grecia) il 9 settembre1943 e trasferito nello Stalag IV-A a Hohnstein e poi al IV-B a Mühlberg, in Germania. I suoi documenti in archivio Bad Arolsen precisano che fu inviato a Pirna il 15 ottobre 1943 come operaio in officina; definito “forced labourer” in base alle sue dichiarazioni rilasciate alla liberazione, il 13 aprile 1945. È morto a Lodè il 21 agosto 1945.

Francesco Angelo Carta: classe 1916, soldato del 41° Reggimento artiglieria. Catturato il 26 settembre 1943 nei pressi di Tirana, dopo aver opposto resistenza ai tedeschi, è trasportato a Meppen nello stalag VI-C per essere smistato e inviato ad Hemer nel VI-A a lavorare in miniere di carbone fino alla liberazione, l’11 aprile1945. È morto nel 2003. Una lettera della madre del 21 marzo 1944 riporta: «Carissimo, ricevo oggi la non lieta notizia della tua prigionia. Spero che non stia molto male e che presto finisca tutto. Non so nulla, dal 27 agosto, di tuo fratello Pietro, che si trova nell’Italia occupata dai fascisti. Noi stiamo di salute tutti bene. Gli altri due fratelli sono a casa».

Alfredo Curreli: classe 1917. Soldato del 341° Reggimento fanteria, è catturato l’ 8 settembre 1943 nell’isola di Creta. Liberato dagli americani il 30 marzo 1945, rimpatria il 9 aprile. È morto nel 1998.

Luca Curreli: classe 1920. Caporal maggiore del 15° Autieri, è catturato in Albania il 13 settembre 1943 e trasferito in Germania. Negli archivi di Bad Arolsen il documento di accertamento sanitario alla liberazione è datato 16 aprile 1945, mentre il Displaced person lo registra il 5 luglio 1945; farà rientro un mese dopo in Sardegna. È morto nel 1998.

Angelo Deiana: classe 1917, soldato dell’8° Reggimento fanteria, è stato fatto prigioniero a Samo (in Grecia) il 22 novembre 1943. Si presenta al Distretto militare di Roma il 28 maggio 1945 per fare poi rientro in Sardegna. È morto a Siniscola nel 2009.

Giovanni Michele Depalmas: classe 1918, è soldato del 14° Reggimento fanteria operativo nei Balcani. Fatto prigioniero a Prevesa, in Grecia, l’ 11 settembre 1943, è internato nello stalag VI-D a Dortmund. Fa rientro nell’agosto del 1945 transitando per Bologna. È morto nel 2005.

Antonio Farris: classe1920. Soldato del 14° Reggimento fanteria, Divisione “Pinerolo”, è fatto prigioniero ad Atene il 13 settembre 1943 e trasferito al campo IV-D a Torgau in Germania da dove scrive ai familiari dando notizie di sé il 12 marzo 1944; è inviato poi nei pressi di Berlino per lavorare nelle miniere di carbone. Liberato dagli americani, fa rientro in Italia nel giugno 1945. È morto nel 1998.

Battista Piras: classe 1916. Soldato del 43° Reggimento fanteria, è più volte ricoverato in ospedali da campo e proprio da uno di questi viene prelevato dai tedeschi il 15 settembre1943 e trasferito in Germania. Sarà liberato dagli americani e farà rientro in Sardegna nell’estate 1945. È morto a Torino nel 1995.

Pietro Piras: classe 1916. Soldato del 3° Reggimento artiglieria, Divisione “Taro” che opera in Francia. È fatto prigioniero l’8 settembre 1943. Liberato, è rimpatriato il 2 dicembre 1945. È morto nel 1990.

Michele Sanna: classe 1915. Soldato del 63° Reggimento fanteria, è catturato l’8 settembre 1943 e trasferito in Germania. Liberato dagli americani e rimpatriato, fa rientro nel luglio 1945. È morto nel 1974.

Giovanni Battista Usai: classe 1918. Soldato del 207° Reggimento fanteria operante in Francia, è catturato l’8 settembre 1943 e probabilmente trattenuto nella regione della Mosella. Fa rientro il 14 luglio 1945. È morto nel 1983.

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