Nuoro, caseifici 4.0 per sbarcare nel futuro del settore della trasformazione del latte
Confindustria, Coldiretti e Consorzio pecorino sposano il digitale. Il progetto si avvarrà dei ricercatori dell’Università di Cagliari
Nuoro Chi lo ha già fatto autonomamente ha migliorato produttività aziendale, contenuto i costi e aumentato gli investimenti. L’ingresso delle tecnologie digitali in azienda può davvero essere una svolta in particolare in un settore trainante e strategico come è quello lattiero caseario. Il progetto “Caseifici 4.0” presentato ieri mattina a Nuoro nella sede di Confindustria vuole accorciare i tempi e migliorare le performance aziendali.
L’iniziativa viene portata avanti dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali dell’Università di Cagliari con il coinvolgimento a livello territoriale di Confindustria Sardegna centrale, Coldiretti Nuoro-Ogliastra e il Consorzio di tutela del pecorino romano Dop. Il progetto di ricerca “Caseifici 4.0” è stato attivato per promuovere la trasformazione digitale delle imprese del comparto caseario partendo da una misurazione del livello di maturità digitale, attraverso l’applicazione di un modello di valutazione sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.
L’introduzione di nuove tecnologie 4.0 all’interno dei processi di produzione aziendali promuove una serie di benefici sintetizzabili nella riduzione dei costi e un maggior controllo sulla gestione; un miglior controllo della produzione; un incremento in termini di fatturato e presenza sul mercato ed infine una migliore gestione della manutenzione programmata di macchinari e impianti sulla base dei dati raccolti durante la produzione, evitando blocchi di produzione dovuti a guasti improvvisi. Le imprese che aderiranno al progetto di ricerca riceveranno una valutazione gratuita del proprio livello maturità digitale. Inoltre, attraverso l’analisi dei processi industriali saranno individuate linee guida mirate che permettono all’azienda di intraprendere un percorso di innovazione.
L’iniziativa è gratuita e per realizzarla sono state messe a disposizione borse di ricerca per giovani ingegneri neolaureati che hanno il compito di condurre le ricerche sul campo e di fornire indicazioni utili alle aziende del comparto verso una maggiore digitalizzazione, fondamentale per stare al passo con i mercati.
Il perché di questo progetto è presto detto nelle parole del vicepresidente di Confindustria Lorenzo Sanna: «Negli ultimi anni i costi di produzione sono aumentati tantissimo. E per contenerli e fronteggiare le sfide future occorre avere una padronanza assoluta del quadro aziendale e come si sul dire, facendo dialogare i dati. Ebbene questa iniziativa è volta a migliorare le conoscenze di imprese che producono il 60 per cento del latte ovino italiano». Per il professor Francesco Orrù, dell’Università di Cagliari che assieme ad un pool porterà avanti il lavoro si tratta di «un passaggio epocale in un settore tradizionale in salute che ha tanti fattori positivi ma anche alcune criticità».
Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano rappresentato ieri dal presidente Gianni Maoddi può mostrare numeri che fotografano l’importanza del comparto in Sardegna. I più rilevanti un fatturato di 600 milioni di euro, ovvero il 40 per cento del Pil regionale, mentre nella filiera del Pecorino romano sono presenti 11 mila 500 allevatori e 46 caseifici (36 in Sardegna). «Le aziende digitalizzate hanno un altro passo. È la condizione migliore per interagire con gli enti e migliorare le performance grazie alla conoscenza». Leonardo Salis, presidente di Coldiretti ha portato una testimonianza diretta dalla sua esperienza da presidente della Cooperativa dei pastori di Dorgali conclusasi lo scorso anno. «Posso confermare che questo processo ci ha comportato dei vantaggi davvero rilevanti: miglioramento resa, dei prodotti e un basso tasso di inquinamento».