La Nuova Sardegna

Nuoro

Dopo Ottana

«Attentati, massima attenzione». Cento sindaci della provincia di Nuoro davanti al prefetto

di Francesco Pirisi

	L'incontro di ieri nella sala didattica della questura di Nuoro (foto di Massimo Locci)
L'incontro di ieri nella sala didattica della questura di Nuoro (foto di Massimo Locci)

Giancarlo Dionisi: per bloccare la criminalità è fondamentale la collaborazione

25 marzo 2024
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Nuoro I cento sindaci della provincia ieri davanti al prefetto e alle forze dell’ordine, per discutere di attentati e intimidazioni che complicano il loro operare nei municipi. Una settimana fa un ordigno ad alto potenziale ha sventrato l’ingresso del palazzo comunale di Ottana. Nei mesi scorsi intimidazioni in piena regola contro i primi cittadini di Oniferi e Lanusei, Davide Muledda e Davide Burchi. I due amministratori sono presenti all’incontro, così come il sindaco di Ottana, Franco Saba. Mischiati nella platea tra tutti i colleghi della provincia. Chi non è presente è collegato da remoto. Proprio la bomba a Ottana ha convinto il prefetto, Giancarlo Dionisi, a convocarli all’interno del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nella sala didattica della questura.

Presente con tutte le sue espressioni: la procuratrice della Repubblica, Patrizia Castaldini, il questore Alfonso Polverino. Carabinieri e finanza sono rappresentati rispettivamente dal colonnello Elvio Sabino Labagnara e dal colonnello Alessandro Ferri. Con loro il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, e l’amministratore della Provincia, Costantino Tidu.

L’intento di Dionisi è quello di venire a capo del fenomeno criminale. Sentendo dalla viva voce dei sindaci sofferenze, ma anche considerazioni sui motivi che oggi armano un cittadino contro il Comune e l’amministrazione. Prima che le porte della sala si chiudano ai non addetti ai lavori, Donisi fa le sue riflessioni: «Il mio punto di vista – dice – è che si tratta di problemi e questioni specifici per ogni Comune, senza alcuna connessione tra essi. Questo – aggiunge – mi porta a considerare che non c’è allarme ed emergenza. Certo ci sono dei problemi – continua il prefetto – che vanno affrontati con la massima attenzione».

Le risposte richiamano l’impegno di tutti gli attori istituzionali: «Prefetto, magistratura, forze di polizia, sindaci devono assumersi la propria responsabilità», ricorda Dionisi.

A volo d’uccello, le considerazioni di alcuni sindaci. Gianluigi Farris, primo cittadino di Siniscola: «Mi auguro che questi fatti si blocchino. Facciamo il nostro dovere – aggiunge – ma c’è bisogno dell’aiuto delle istituzioni». Non vi rimproverate nulla? «Mah no, mi creda. Nel nostro primo mandato amministrativo – ricorda Farris – abbiamo subito quattro attentati. La “colpa” quella di avere messo ordine nella gestione del Comune».

Tra le soluzioni non manca chi pensa a un coinvolgimento maggiore della comunità: «Sarebbe la cosa migliore – dice Angela Testone, primo cittadino di Dorgali –. La strada, però – aggiunge – non sempre è percorribile, perché le scelte spesso hanno tempi stretti e mancano le forze per attuare questa partecipazione». Ciò che si può già fare la sindaca ce l’ha chiaro: «Penso al lavoro di comprensione nelle scuole, nelle famiglie – dice – dove spiegare l’importanza della mediazione, affinché non vinca la legge del più forte».

Gavoi, una comunità di recente colpita per via dell’incendio di alcune auto di privati, con il suo sindaco avverte sui rischi legati alla gestione delle energie rinnovabili: «Potrebbero rivelarsi degli ambiti di nuove tensioni – dice il sindaco Salvatore Lai – e vanno, quindi, gestiti in maniera equilibrata. Niente speculazioni – rimarca – ma attività dove le popolazioni possano avere dei benefici, anche economici, visto che solo legate allo sfruttamento di risorse collettive». Il prefetto Dionisi chiede, comunque, uno sforzo ulteriore ai sindaci: «Devono collaborare con i responsabili dell’ordine pubblico, perché questi fenomeni di criminalità vanno bloccati».

La tutela delle forze dell’ordine è ai massimi livelli. La provincia di Nuoro ha la concentrazione più alta di presidi di carabinieri e polizia (oltre 120), rispetto alle altre province sarde. A confermare il dato i numeri dei militari di stanza nel territorio: un carabiniere ogni 250 abitanti (mentre è uno ogni 717 in provincia di Cagliari) e un poliziotto ogni 360 abitanti (ogni 1.347 a Cagliari). «Uno strumento di tutela dei cittadini – ha aggiunto Dionisi – è costituito dai sistemi di videosorveglianza dei Comuni. Ce li hanno pressoché tutti – ha rimarcato – ma in diversi casi sono fuori uso».

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