La Nuova Sardegna

Nuoro

Il caso

Giuseppe Bomboi in carcere dopo la sparatoria al Consorzio di bonifica, l’avvocato: «Esasperato dal problema siccità, è pentito»

Giuseppe Bomboi in carcere dopo la sparatoria al Consorzio di bonifica, l’avvocato: «Esasperato dal problema siccità, è pentito»

L’allevatore e consigliere comunale è in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, il legale descrive la pesante situazione vissuta dal 42enne

21 maggio 2024
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Siniscola Si trova rinchiuso nel carcere di Badu e Carros in attesa dell’udienza di convalida che dovrebbe essere fissata domani 22 maggio Giovanni Bomboi, l’allevatore 42enne di Siniscola (è anche consigliere comunale) che l’altro ieri si è reso protagonista di un grave episodio nelle campagne del centro baroniese. Bomboi esasperato per le restrizioni idriche dopo che gli operai di Abbanoa gli avevano contestato l’utilizzo della risorsa idrica in azienda è andato in escandescenze ed ha esploso alcuni colpi di pistola contro i mezzi del consorzio di bonifica della Sardegna centrale.

L’allevatore difeso dall’avvocato Francesco Carboni, dopo essersi allontanato si è costituito dopo alcune ore agli agenti della Questura di Nuoro. «Bomboi si è messo a completa disposizione del magistrato ed ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste – ha specificato il legale –. Il mio cliente ha agito d’impeto dopo un periodo in cui ha subito parecchie vicissitudini aziendali. Prima un furto di bestiame poi un incendio che ha devastato un fienile cui, negli ultimi giorni si sono aggiunte le preoccupazioni legate alla chiusura della rete di irrigazione a causa dell’ordinanza del consorzio di bonifica. Bomboi - spiega l’avvocato Carboni – nella giornata di domenica aveva avuto un richiamo degli operai del consorzio di bonifica per un idrante trovato aperto nella sua azienda, aveva cercato di spiegare che ad azionare la leva era stato un capo bovino alla ricerca di acqua, ma non è stato creduto, lunedì si è poi recato nella sede del consorzio per chiarire la vicenda, ma qui gli è stato detto che erano già state date disposizioni per la chiusura dell’idrante. Preoccupato per le ripercussioni aziendali, ha perso la testa e sparato alcuni colpi con una pistola che aveva in auto ma senza alcuna volontà di ferire qualcuno. Si è detto pentito di quello che ha fatto a causa delle preoccupazioni per la situazione critica in azienda».

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