La Nuova Sardegna

Nuoro

Solidarietà

Nuoro, crescono le donazioni di organi: all’ospedale San Francesco 10 da inizio anno

di Francesco Pirisi
Nuoro, crescono le donazioni di organi: all’ospedale San Francesco 10 da inizio anno

L’Associazione trapiantati Sardegna odv: «La provincia barbaricina è la prima in Italia per numero di consensi»

17 settembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Nuoro Dall’inizio dell’anno sono dieci le donazioni d’organo all’ospedale San Francesco. Da altrettanti pazienti deceduti nel reparto di rianimazione. In molti casi i prelievi sono stati multipli. A iniziare dal cuore e dal pancreas, per passare ai polmoni, sino al fegato e ai reni. Tra i riceventi malati in lista d’attesa nella penisola e in Sardegna. Questi ultimi trapiantati nel centro regionale del Brotzu, di Cagliari.

«Un numero di donazioni maggiore rispetto agli anni scorsi, per via di più episodi di traumi gravi che sono stati all’origine dei decessi», spiega Pietrina Ticca, nuorese, dirigente del coordinamento locale dei prelievi di organi.

Gli ultimi in ordine di tempo del giovanissimo Riccardo Licheri, morto in seguito alla caduta dalla moto. E, poi, Giuseppe Mannoni, 28 anni, di Thiesi, vittima di una rissa in un locale della Costa Smeralda. E Fiorella Monni, 40 anni, la donna di Orune deceduta nell’incidente stradale alle porte del proprio paese.

«Ricevuto il consenso alla donazione – continua Ticca – abbiamo aperto la procedura per la ricerca dei potenziali riceventi, rispetto ai quali è stata fatta una verifica di compatibilità degli organi da trapiantare. Tutto ciò – spiega ancora il dirigente medico – dopo lo studio clinico sul paziente, che era in morte cerebrale». Perché, così come lo è la disponibilità dell’organo, è fondamentale stabilire immediatamente se è adatto per essere trapiantato nel corpo del paziente in lista d’attesa, così da salvarlo da una fine in certi casi vicina e inevitabile con altri interventi.

«Gli organi di pazienti giovani – ricorda Ticca – sono chiaramente quelli più adatti. Anzi, nel caso di cuore e pancreas – rimarca – c’è proprio un’età limite per il donatore, oltre la quale gli organi non vengono neppure prelevati. Mentre reni e fegato possono essere trapiantati anche quando provengono da pazienti anziani».

Il consenso alla donazione è l’altro passaggio nevralgico. Vi lavora da anni l’Associazione Trapiantati Sardegna Odv, presieduta oggi dal nuorese Graziano Verachi: «La cultura della donazione è in crescita – dice – come confermano i dati del Centro nazionale trapiantati. Soprattutto in provincia di Nuoro, che è la prima in Italia per numero di consensi. E il capoluogo è tra i primi nella classifica dei comuni medi». Il sodalizio (che riunisce trapiantati, loro familiari e volontari) ha scommesso sull’informazione. Soprattutto nelle scuole. E insieme con le giornate del donatore, che negli ultimi tempi sono state celebrate in diversi comuni del territorio provinciale, tra cui Sarule, Orgosolo e Orosei. Spesso il momento ha visto l’inaugurazione di un monumento con cui ricordare l’altruismo dei donatori.

«Nel prossimo mese di ottobre ne inaugureremo uno a Desulo – comunica Verachi – mentre a Dorgali, Nuoro e Macomer terremo gli incontri con le scuole, per sensibilizzare i ragazzi. Che poi ne parleranno nelle proprie famiglie». Tra le persone dai 35 ai 60 anni i numeri maggiori del consenso. Sulle ragioni Pietrina Ticca non ha dubbi: «Sono coloro che hanno potuto acquisire l e necessarie conoscenze e maturare la cultura della donazione. L’anziano, al contrario – aggiunge – non ha avuto le stesse opportunità, e quindi è in difficoltà nel momento in cui deve esprimersi».

Nelle dovute maniere la sensibilizzazione non è assente nello stesso reparto di rianimazione. Dentro il carico di dolore di una vita che cessa, viene chiesta ai familiari la disponibilità alla donazione. Quando non si è in presenza di un consenso già dato in vita. Momenti di grande coinvolgimento, per i parenti e gli stessi medici. Ancora Ticca: «Non è semplice la scelta. Lo confermano le sei opposizioni che abbiamo avuto quest’anno, rispetto ai tanti accertamenti, fatti dall’inizio dell’anno sulla possibilità di un prelievo d’organi. Chi sceglie per il “sì” – aggiunge Ticca – ne ha spesso un motivo di conforto. Perché dà un senso a una morte che di per sé non ha giustificazioni e risposte».

Primo piano
Il ritratto

Chi era Pietro Mastino, il carabiniere morto nell’incidente sulla strada tra Alghero e Olmedo

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative