Sebastiano Coinu: «Superato il tetto di spesa, stop agli esami in convenzione»
Lo studio radiologico di Nuoro lamenta di aver subito forti tagli alle prestazioni erogabili in regime di convenzione
Nuoro A partire da oggi, primo ottobre, i pazienti che si rivolgeranno allo studio radiologico del dottor Sebastiano Coinu non potranno più farlo in regime di convenzione. Questo perché lo studio ha appreso di aver subìto un drastico taglio del tetto di spesa annuale, quantificato nel 24 per cento rispetto alle annualità precedenti.
«Venerdì scorso ha ricevuto dall’ufficio di Committenza dell’Azienda regionale della salute la comunicazione del budget per il triennio 2024-26. La riduzione è veramente altissima: circa il 24 per cento – spiega il professionista –. Conti alla mano, ho verificato che già a oggi le prestazioni che abbiamo erogate in regime di convenzione vanno molto al di là del nuovo tetto stabilito».
Cosa significa tutto questo, è presto detto: «Purtroppo siamo costretti, a partire dal primo ottobre (oggi, ndr), a interrompere l’erogazione delle prestazioni in convenzione. Cioè i pazienti dovranno pagare interamente per fare gli esami». Nella pec dell’Ares è indicata la cifra base, 63 milioni di euro, complessiva del budget destinato utti gli studi medici e i laboratori accreditati in tutta l’isola, e i parametri tenuti in considerazione per la distribuzione. Questi parametri sono quattro: fatturato storico, localizzazione territoriale, capacità produttiva (accreditamento) e liste d’attesa. Le norme sulla spending review fissano alle regioni i parametri di spesa complessiva. Secondo il professionista non se ne sarebbe tenuto conto. «Il nostro storico parla da solo, abbiamo un trend costante negli anni, e infatti il budget era più o meno sempre lo stesso. Abbiamo anche sforato, ma abbiamo continuato a erogare comunque le prestazioni, ma lo si poteva fare perchè tutto sommato c’era una copertura. Ma così non si può più. Peraltro – aggiunge Coinu – il mio studio è l’unico che subisce un taglio del genere. La gran parte degli altri no, in alcuni casi anzi il budget viene ampliato fino al 10 per cento».
Infine, sottolinea, «Abbiamo le convenzioni da oltre 40 anni, prima ancora che esistessero le Asl. Abbiamo reso un servizio importantissimo durante il Covid, quando persino l’operatività dell’ospedale San Francesco per tac e risonanze magnetiche si è fermata», conclude. «È bene chiarire che siamo appena all’avvio del procedimento, e alle strutture è arrivata una pre-notifica da parte dell’Ares per quanto riguarda la suddivisione sulla base delle risorse disponibili», sottolinea il direttore generale dell’Azienda regionale della salute, Giuseppe Pintor. «Preciso innanzitutto due cose: che in questa fase si è dato corso a una delibera del febbraio scorso, quindi della precedente giunta regionale, che riguarda il triennio 2024-2026. Con la pre-notifica, le strutture accreditate sono state invitate a rivolgerci le loro osservazioni, e anche su queste ritengo ci debbano essere dei correttivi da fare. E si debbano intanto dare, in totale trasparenza come è d’obbligo nonché costume fare, le spiegazioni sui calcoli specifici, e si possano valutare da parte della regione ulteriori spazi finanziari, ad esempio per l’abbattimento di liste d’attesa, per attribuire risorse aggiuntive: cosa che Ares eseguirebbe con la massima prontezza».
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