“Bentu estu” in difesa dell’ambiente, performance artistica davanti a Su Nuraxi
Da Sindia a Barumini, la nuova provocazione di Nicola Mette: «La nudità è uno strumento potente e universale»
Sindia Archeologia, arte e impegno sociale a difesa dell’ambiente. Con una performance provocatoria a base di nudi. Sono gli ingredienti che Nicola Mette, artista di Sindia con base operativa a Milano, mescola insieme davanti a Su Nuraxi di Barumini. L’imponente sito nuragico riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’Umanità, infatti, ospiterà “Bentu estu”, un parco eolico vivente per la Sardegna.
«Un atto di resistenza, un grido visibile contro la deturpazione del nostro territorio e un invito a riflettere sulla nostra identità sarda» sottolinea Mette, abituato a scuotere le coscienze anche dei più sonnolenti. Al di là delle più sterili polemiche del momento, stavolta l’artista chiama in causa «uomini e donne, maggiorenni, disposti a posare nudi in un’azione collettiva» che andrà in scena il prossimo 4 agosto. «Contribuisci a creare un momento indimenticabile e a far risuonare il nostro messaggio. Se sei pronto a partecipare a questo atto di amore e resistenza per la Sardegna, scrivimi alla mia email info@nicolamette.com» è l’invito aperto di Nicola Mette.
Protagonista l’estate scorsa di un’altra performance sulla stessa linea, “Deturpata”, nello scenario della fonte nuragica Gatture de Ganna, nelle campagne di Sindia. In quell’occasione i riflettori erano puntati su una pala eolica «in stato di decomposizione». «Questa struttura abbandonata ha visto la lana di vetro che la componeva sfaldarsi e contaminare il terreno circostante» racconta Mette. «Le conseguenze sono evidenti: il suolo è compromesso e la contaminazione può avere effetti negativi sulla flora, sulla fauna e sulla salute umana».
«La nudità nell’arte, ancora oggi, viene spesso vista come qualcosa di scandaloso o inappropriato – spiega lo stesso artista –. Questo accade perché molte società hanno radicato, nel corso dei secoli, l’idea che il corpo nudo debba essere associato a vergogna, immoralità o proibizione. Ma quando la nudità entra in una performance artistica, non si tratta di provocazione fine a se stessa: è uno strumento potente e universale per comunicare messaggi profondi. L’arte – chiude – ha sempre avuto il compito di sfidare le convenzioni e far riflettere su ciò che diamo per scontato».