«Maddalena è morta al lavoro, una missione oltre il dovere»
Il ricordo della dottoressa da parte di un collega e amico
Dorgali «Vorrei che si chiarisse che Maddalena non è morta per il lavoro, ma al lavoro.Un lavoro che aveva abbracciato come una missione, nella sua esistenza breve ma intensa, luminosa, brillante». Billia Marras è un medico di Dorgali. Collega, ma soprattutto amico di Maddalena Carta, la dottoressa di 38 anni morta giovedì fa per le conseguenze di una patologia la cui evoluzione repentina non le ha lasciato scampo. Ha chiamato il 118 dopo aver visitato l’ultimo dei suoi pazienti, sentendo evidentemente che il malessere di cui aveva percepito le avvisaglie stava peggiorando. Fino all’ultimo, ha anteposto la cura dei suoi pazienti alla cura di sè, per non far venire meno l’assistenza in una situazione in cui, a Dorgali, giù due dei cinque medici sono assenti per malattia. «Che ci sia una carenza di medici è innegabile e sotto gli occhi di tutti. Non è una situazione iniziata ieri. Il punto è che oggi fare il medico di base non è semplice e Maddalena ha letteralmente abbracciato una posizione da cui tutti vogliono scappare, perchè sono cambiati i tempi, è cambiato il rapporto coni i pazienti, c’è un aggravio di burocrazia. Le difficoltà aumentano – dice Marras – se si diventa medico di base nel proprio paese, dove è difficile stabilire un confine tra la professione e la vita privata. Ma Maddalena era immersa nella sua missione. Molti dei suoi pazienti mi hanno detto: “quando andavo da lei mi sentivo capito”. Perchè lei non curava solo con il farmaco, ma anche con i modi, con il cuore. Aveva una buona parola per tutti». Ieri nel paese i funerali della dottoressa.
(Gli articoli completi sull’edizione digitale e nel giornale in edicola il 28 settembre 2025)