Omicidio Cinzia Pinna, spunta l’ombra del satanismo
L’inchiesta punta sulla violenza sessuale. Una donna misteriosa avrebbe aiutato Emanuele Ragnedda a ripulire la scena del crimine
Palau Spunta una donna misteriosa nell’inchiesta sull’omicidio di Cinzia Pinna. Arriva nella tenuta di Conca Entosa la mattina dopo il delitto, pulisce e se ne va. «Risolvo problemi», come il signor Wolf nel Pulp fiction di Quentin Tarantino. È un’amica di Emanuele Ragnedda, la stessa che era con lui al tavolo del ristorante sulla spiaggia di Pittulongu il 16 settembre, cinque giorni dopo l’uccisione della ragazza 33enne di Castelsardo.
E probabilmente è anche la stessa che ha aiutato Ragnedda a comprare un nuovo divano in un negozio di Arzachena, per sostituire senza batter ciglio quello vecchio sporcato dal sangue di Cinzia.
Magari la donna misteriosa sa qualcosa anche del Diavolo, quell’ombra oscura ricorrente nei discorsi e nella vita di Ragnedda. «Io sono il Male», annunciava in un ristorante di Cannigione poco prima del fermo. Un’affermazione al limite del delirio che però ha introdotto per la prima volta l’ombra del satanismo nell’inchiesta.
(L’articolo completo domani 28 settembre in edicola e in edizione digitale QUI)