Uccise lo zio a bastonate: la Cassazione conferma la condanna
I familiari di Esperino Giobbe chiedono però che le indagini vadano avanti: ritengono che Gian Michele Giobbe nn abbia agito da solo
Orotelli La prima sezione penale della corte di cassazione, ha rigettato il ricorso proposto da Gian Michele Giobbe, allevatore di Orotelli, contro la condanna a 22 anni di reclusione, per l’omicidio dello zio Esperino Giobbe, avvenuto nelle campagne di Orotelli il 17 ottobre di cinque anni fa. L’uomo era stato ucciso a bastonate.
La Suprema corte ha rigettato anche il ricorso del Procuratore Generale in Corte d’Appello che contestava la concessione delle attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dell’aver agito con crudeltà. Le figlie e la moglie di Esperino Giobbe, che si sono costituite parte civile e che in questa fase sono state rappresentate dall’avvocato Roberto Martani, ritengono, tuttavia, che per avere una giustizia completa le indagini debbano continuare, perché da tempo era emerso che Gian Michele Giobbe non avesse agito da solo, come deporrebbero alcune intercettazioni delle conversazioni captate tra il condannato e un cugino.
Con la sentenza della Cassazione, e il rigetto dei due ricorsi, la condanna di secondo grado a 22 anni nei confronti di Gian Michele Giobbe diventa definitiva.
