La Nuova Sardegna

Olbia

Certosa, l'odissea dei vicini del premier"Noi, in lite di confine con Berlusconi"

Giampiero Cocco
Certosa, l'odissea dei vicini del premier"Noi, in lite di confine con Berlusconi"

L'odissea di una coppia proprietaria di sei ettari accanto a villa Certosa. I carabinieri di Porto Rotondo bloccano i lavori di una recinzione contestata

10 settembre 2008
4 MINUTI DI LETTURA





PORTO ROTONDO. I confini con la "Certosa" sono intoccabili: ne sa qualcosa la Sochip srl, una società di Milano che ieri, per l'ennesima volta, si è vista bloccare i lavori di recinzione dai tecnici del comune di Olbia, arrivati sul posto con i carabinieri.

 La "querelle" si trascina ormai da cinque anni e riguarda i confini tra la proprietà di Silvio Berlusconi e i terreni della Sochip srl, una immobiliare lombarda che fa capo all'architetto Maristella Cipriani e al marito Nicola Grimaldi, notaio in Milano. Il confine della discordia è quello situato nella parte alta della "Certosa", un accesso (su terreni della Sochip) mai autorizzato ma concesso temporaneamente «per cortesia di buon vicinato» nel 2002, quando alla Certosa vennero avviati i ciclopici lavori di rivoluzione urbanistica, ambientale e paesaggistica avviati dall'Idra Immobiliare spa di Giuseppe Spinelli. Un via vai continuo di Tir e camion proseguito sino a poche settimane fa, quando un'azienda specializzata del bresciano ha scaricato, nei prati della Certosa, un'intera giostra per far felici i nipotini di Berlusconi.

 Una striscia di terra protetta dall'ampio ombrello del segreto di Stato, un lotto di terreno diventato presto una discarica abusiva - per la quale la Sochip ha presentato, un anno fa, regolare denuncia ai carabinieri - è inaccessibile perfino ai proprietari. I quali, da due anni, cercano di recintarla trovando ostacoli d'ogni genere. Nel maggio scorso, dopo una lunghissima trafila burocratica e una decina di autorizzazioni, concesse dopo un lungo iter istruttorio, i tecnici della Sochip srl incaricarono un'impresa per realizzare un muretto a secco. Vennero bloccati dai solertissimi geometri dell'ufficio tecnico comunale di Olbia i quali rilevarono, nella copiosissima documentazione ottenuta dalla società, l'assenza di una autorizzazione (non vincolante) per decespugliare il terreno dall'erica scoparia e dal cisto. Anche in quel caso intervennero i carabinieri, i quali presero atto che tutto era in perfetta regola.

 Ieri mattina, ottenuta l'ultima autorizzazione dal corpo forestale, i muratori stavano per sistemare paletti e recinzione quando sono arrivati gli ispettori dell'ufficio antiabusi, guidati dal geometra Antonello Calvisi, che ha eccepito (per bloccare i lavori) l'assenza di un verbale di accordo tra i tecnici della Sochip Srl e quelli dell'Idra Immobiliare spa.

 «Una vicenda kafkiana - dice l'avvocato Giuseppe Mocci, che cura gli interessi della Sochip srl - dove il diritto di proprietà viene spazzato via con ogni sotterfugio utile». I carabinieri, giunti sul posto su segnalazione dei militari di servizio ai perimetri della Certosa, si sono febbrilmente consultati con giudici e procuratori della Repubblica, ottenendo risposte tassative: «Se è tutto in regola non si può intervenire». Ma il caso rischia di trasformarsi in un boomerang per l'amministrazione comunale, i cui uffici tecnici hanno concesso da una parte le autorizzazioni per realizzare la recinzione e dall'altra pone veti senza alcuna apparente giustificazione. I titolari della Sochip srl sono amareggiati, ma non demordono. «Abbiamo le carte in regola - spiega Maristella Cipriani - e nulla contro Silvio Berlusconi, del quale siamo ottimi vicini e anche amici personali. Ma dobbiamo tutelare la nostra proprietà, chiudere i confini con la Certosa, rientrare in possesso di una fascia di terreni sui quali non possiamo neppure transitare, nonostante siano di nostra esclusiva proprietà». Un'amicizia che si è consolidate nel tempo, con visite ricambiate tra i Berlusconi e i Cipriani, che acquistarono 16 lotti di terreno nel 1986 (nello stesso periodo in cui l'Idra Immobiliare acquistò la Certosa) dalla "Cala Blu Tar srl", una delle tante società dell'impero immobiliare di Flavio Carboni. Sedici lotti per cinque ettari, situati nel cocuzzolo più panoramico della collina di Punta Lada (zona "F" di espansione turistica) che Maristella Cipriani e Nicola Grimaldi non hanno mai voluto alienare. Le offerte, anche allettanti, sono state molteplici, tutte però cortesemente respinte. Nel 2002, quando L'Idra Immobiliare cominciò i lavori di costruzione all'interno del compendio della Certosa, venne aperto un varco sui terreni della Sochip srl per consentire il passaggio dei mezzi pesanti.

 «Abbiamo detto al Cavaliere - spiega Maristella Cipriani - che quella non era una servitù, ma soltanto un passaggio temporaneo, e lui ci rispose che non c'era alcun problema, avrebbe fatto aprire varchi in altre parti della sua vasta proprietà». Così non è stato, e quel varco (presidiato dalle forze dell'ordine, come un check point dell'ex muro di Berlino) è rimasto aperto. Da due anni la Sochip tenta di chiuderlo, scontrandosi con la burocrazia e la negazione di un diritto, quello della proprietà. Nello studio tecnico del Geometra Gianni Izzo, che cura gli interessi dell'Idra Immobiliare spa, il telefono, ieri pomeriggio squillava a vuoto.
In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative