La Nuova Sardegna

Olbia

I cacciatori di relitti sulla rotta di Omega

di Alessandro Pirina
I cacciatori di relitti sulla rotta di Omega

San Teodoro, una troupe televisiva dedica una puntata alla nave da carico affondata nel 1974 davanti all’isola di Molara

14 settembre 2012
3 MINUTI DI LETTURA





SAN TEODORO. Da più di dieci anni vanno a caccia di navi e barche naufragate nei fondali di tutto il mondo. Armati di muta, pinne, bombole e telecamere subacquee gli operatori di Missione relitti possono essere considerati i principali divulgatori di quello che oggi resta dei tanti incidenti avvenuti nei nostri mari. In questi giorni la troupe è a Punta Coda Cavallo, nella zona di San Teodoro, per girare una delle puntate della nuova serie del format televisivo che va in onda sui canali Acqua Tv (canale 65 del digitale) e Yacht & Sail di Sky. Un’ora di trasmissione interamente dedicata alla tragedia dell’Omega, il peggiore tra tutti gli incidenti che si sono verificati nelle acque di quella che è diventata l’Area marina protetta di Tavolara.

Nei giorni scorsi i video operatori, capitanati dal produttore e regista Fabio Bove, si sono immersi a 18 metri di profondità per filmare quel che rimane del relitto. Era il 17 febbraio 1974 quando la Omega, nave da carico di proprietà dell’armatore Canali di Genova, partì con le stive vuote da Sfax, in Tunisia, diretta a Viareggio. Durante la notte si trovò al centro di una forte mareggiata che la spinse contro gli scogli dei Tre Fratelli, a est dell’isola di Molara. La nave colò immediatamente a picco e si portò dietro tutto l’equipaggio. L’unico a salvarsi fu il giovane comandante, Domenico Barone, 27 anni, che riuscì a raggiungere Molara con una scialuppa di salvataggio. Dei sette marinai scomparsi, tutti originari di Monte di Procida, fu ritrovato un solo corpo, che trasportato dalle correnti, si era impigliato nelle reti di un pescatore nei pressi dell’isola di Mortorio. «L’Omega sarà oggetto di una puntata intera che andrà in onda ai primi del 2013 – spiega il produttore e ideatore del format tv Fabio Bove –. La nostra trasmissione ha una doppia finalità. Da un lato raccontiamo le storie dei relitti che visitiamo, dal loro luogo di provenienza all’approdo mai raggiunto. Dall’altro divulghiamo turismo e non solo subacqueo. Per questo in ogni luogo in cui andiamo ci appoggiamo a un centro diving e a un resort. In questo caso, per esempio, stiamo lavorando con il Blu Infinito di Capo Coda Cavallo e il Paradise Resort di Puntaldia».

La troupe tv di “Missione Relitti”, formata da Donatella Cervi, Alessandro Maurizi, Patrizia Vitturini, Antonella Moricone, Luigi Ciuffoni e Lorenzo Venturini, ha già girato altre volte in Sardegna. In primavera i video operatori erano stati in Gallura per raccontare la storia dell’Angelika, una nave greca affondata nel 1981 a Punta Marmorata, nelle Bocche di Bonifacio, mentre nel 2011 hanno fatto tappa a Cagliari, dove hanno dedicato una puntata al relitto del Romagna, il piroscafo cisterna carico di carburante che il 2 agosto del 1943 urtò una mina e affondò.

Il prossimo obiettivo della trasmissione è raccontare la storia della motonave Mamma Elvira, l’ultimo relitto rinvenuto qualche mese fa da Egidio Trainito, esperto naturalista e collaboratore dell’Amp di Tavolara. Un'imbarcazione che mancava all’appello dal 1950, quando venne risucchiata dal mare al largo dell’isola di Molara. L’equipaggio si mise in salvo su una scialuppa, ma della nave con a bordo 300 tonnellate di barite e 40 di esplosivo, non se ne è saputo più nulla per 62 anni. «La Mamma Elvira non rientra tra i “nostri” relitti, perché essendo a 47 metri, è troppo profonda per le immersioni subacquee – conclude Bove –, ma la sua storia ci ha così affascinati che le dedicheremo una puntata speciale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative