La Nuova Sardegna

Olbia

Gli studenti occupano anche il Gramsci

di Dario Budroni
Gli studenti occupano anche il Gramsci

Tagli alla scuola pubblica, si allarga la protesta in città. Oggi potrebbe essere il turno dell’istituto «Dionigi Panedda»

01 dicembre 2012
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OLBIA. Alzano il volume della protesta, ma vogliono rendersi inattaccabili. La «febbre» da occupazione contagia anche il liceo classico «Antonio Gramsci». Ma gli studenti prendono carta e penna e perfezionano la lotta: la scuola resterà occupata, ma di mattina si farà lezione come tutti gli altri giorni. Di pomeriggio, invece, si darà spazio ad attività alternative, che informino meglio i ragazzi sui motivi della protesta.

Dopo l’artistico «De André» e lo scientifico «Mossa», anche il liceo classico scende sul piede di guerra contro i tagli del governo. E questo in vista di una grande manifestazione studentesca che si terrà probabilmente la prossima settimana. «Ci abbiamo messo qualche giorno per prendere una decisione, perché volevamo fare qualcosa di diverso – spiega Anita Contini, 18 anni, rappresentante degli studenti alla Consulta -. Per questo di mattina garantiremo il regolare svolgimento delle lezioni. Vogliamo che la protesta abbia un senso, perché ciò che sta accadendo è davvero grave». Anche gli studenti del classico, dunque, si collegano alla lotta nazionale. E puntano il dito contro i provvedimenti del governo. «I tagli sono davvero troppi, ce ne rendiamo conto anche noi – continua Anita Contini, dopo un’animata assemblea -. Ai docenti, per esempio, non vengono pagati i corsi di recupero, che per noi sono fondamentali. Ma parliamo anche della nostra scuola. A causa di alcuni fondi congelati, non possono essere svolti dei lavori di edilizia per la messa in sicurezza dell’edificio. E poi abbiamo serie difficoltà nell’usufruire del materiale scolastico». Con il liceo classico, dunque, sono in tutto tre le scuole occupate in città. Ma oggi potrebbe aggiungersene un’altra: l’istituto «Dionigi Panedda». Ieri mattina gli studenti di via Mameli hanno tenuto una grande assemblea, ma oggi potrebbero optare per l’occupazione dell’edificio, con le stesse modalità del classico. Gli studenti del «Deffenu», invece, non sembrano essere ancora contagiati dal fenomeno della protesta. Ma potrebbero decidere nel giro di poche ore. Quelli dell'Ipia invece, pur condividendo i motivi della lotta, hanno scelto di non occupare la scuola per non compromettere il percorso di studi e le varie attività ad esso collegate.

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