La Nuova Sardegna

Olbia

Asl: «Il Merlo sarà più efficiente»

di Andrea Nieddu

Il direttore aziendale spiega le scelte dei tagli dei posti letto all’interno dell’ospedale della Maddalena

08 gennaio 2013
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LA MADDALENA. Difende le scelte per l’ospedale Paolo Merlo contenute nell’atto aziendale approvato in via preliminare dalla Asl. Il direttore Giovanni Antonio Fadda è certo che le decisioni della azienda sanitaria locale siano le migliori per il futuro della struttura ospedaliera isolana. «L'atto aziendale approvato è il documento più adeguato per l'ospedale Paolo Merlo che, compatibilmente con le normative vigenti e gli standard di accreditamento, consente di dare le migliori risposte alle esigenze del territorio – spiega Fadda –. Un documento che non poteva non tener conto del decreto Balduzzi, dei principi della spending review e di una serie leggi regionali approvate nel corso del 2012. Un atto che, utilizzando tutti gli strumenti possibili del quadro normativo, è in grado di salvaguardare l'attività assistenziale esistente in coerenza con i bisogni della popolazione».

Fadda garantisce poi che tutto è stato fatto per garantire la permanenza del servizio ospedaliero sull’isola e il diritto alla salute dei maddalenini. «Nell’atto aziendale sono evidenti gli sforzi fatti per garantire una organizzazione dell'azienda dimensionata in modo adeguato alle reali esigenze dei territori e della popolazione – sottolinea il manager –. Interventi necessari e non più rimandabili vista la normativa in vigore che punta a ottimizzare le risorse».

Fadda non parla di tagli dei posti letto o di soppressione dei servizi, ma di rimodulazioni del Paolo Merlo. «Analizzata la normativa e gli standard ministeriali e tenuto conto del contesto di insularità – mette in evidenza il direttore della Asl – abbiamo proposto per la struttura della Maddalena alcune rimodulazioni dei servizi che garantissero adeguate risposte ai bisogni di salute della popolazione».

Per il reparto di Medicina generale Fadda spiega «che annualmente occupa la metà dei posti letto disponibili. Il tasso di occupazione nel 2011 si aggirava intorno al 52 per cento. Abbiamo quindi proposto una rimodulazione e una differenziazione dell'assistenza, con il mantenimento di 16 posti letto destinati alla Medicina per casi acuti, e altri 8 posti letto dedicati alla lungodegenza per post-acuti di cui il territorio era carente. Una proposta in linea con il nostro intento di garantire una buona assistenza sanitaria. Che però deve andare di pari passo con l'appropriatezza delle cure».

La Asl giustifica poi la soppressione del Punto nascita. «Abbiamo proposto la chiusura graduale, e comunque subordinata alle linee guida regionali, all'esistenza di una rete del servizio di Emergenza-urgenza e del trasporto che possano garantire 24 ore su 24 il collegamento con la terra ferma – conclude Fadda –. Abbiamo poi individuato, all'interno dell'azienda, dei percorsi ben definiti per la gestione della gravidanza. Sia ben chiaro: in assenza di questi tre fondamentali presupposti non si potrà parlare di chiusura del Punto nascita».

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