La Nuova Sardegna

Olbia

l’esame di maturitÀ

Bocciato Magris, gli studenti puntano sui saggi

di Dario Budroni
Bocciato Magris, gli studenti puntano sui saggi

OLBIA. Il batticuore segna il ritmo degli ultimi metri. Dizionario sottobraccio, raggiungono una scuola che mette quasi paura. Sbirciano le indiscrezioni del toto-tema, rigorosamente connessi col...

20 giugno 2013
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OLBIA. Il batticuore segna il ritmo degli ultimi metri. Dizionario sottobraccio, raggiungono una scuola che mette quasi paura. Sbirciano le indiscrezioni del toto-tema, rigorosamente connessi col telefonino, prima di essere «sequestrato» dai professori, e finalmente prendono posto lungo aule e corridoi.

Anche per gli studenti olbiesi è stata una mattinata indimenticabile. Quella della prima prova dell’esame di maturità. Alcuni di loro hanno con sé amuleti e portafortuna, altri sono invece talmente sicuri da ignorare la scaramanzia. Poi arriva il momento più traumatico, la lettura delle tracce. E subito riecheggia il primo interrogativo: «Chi è Claudio Magris?». Uno scrittore e celebre germanista, ma perfetto sconosciuto anche per i maturandi di Olbia, scelto dal ministero per l’analisi del testo. Così la maggioranza degli studenti ha puntato sui quattro argomenti del saggio breve o articolo di giornale. «Ho fatto quello sull’individuo e società di massa – racconta la studentessa del classico-linguistico, Chiara Scatena -. Ho dormito bene e non avevo troppa paura. Mi spaventano più gli orali». Accanto c’è Federica Fois, che ha invece scelto il saggio storico-politico sugli omicidi politici. Ma c’è anche chi, come Alice Fiorenza, ha scelto un argomento scientifico. «Si basava sulla ricerca legata alla mente. Per me era il più fattibile – spiega -. Avevo molta ansia e come portafortuna mi son portata dietro un orsacchiotto di quando ero bambina». Al liceo scientifico lo stesso ritornello. Magris non piace proprio. E il vero spauracchio non è il tema, ma la prova di matematica di stamattina. «Non conosco Magris, così ho pensato di svolgere il saggio sugli omicidi politici. Ma io ho aggiunto la figura di Cesare, non presente nella traccia» racconta Gianluca Demelas, con un elastico stretto al polso come portafortuna. L’amico Leonardo Muzzetto ha invece puntato sul saggio sul rapporto tra stato, mercato e democrazia, condito da qualche riflessione. Anche Matteo Murenu, aria da giovane intellettuale, ha scelto il saggio sugli omicidi politici. «La politica mi piace. E sono affascinato dalla storia della Dc e della Prima repubblica – spiega -. Penso che dopo un omicidio i vincitori non siano gli assassini, ma siamo noi, i figli di quel sacrificio. Come accaduto con Matteotti e Moro». Anche al tecnico Panedda il discorso non cambia. Le studentesse Isabella Rossi e Jessica Carta hanno infatti snobbato Magris e puntato sul saggio breve sull’individuo e la società di massa. Ma al Panedda, seduti tra i banchi, anche tanti adulti del corso serale. Genitori e lavoratori immersi in un bagno di ansia.

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