La Nuova Sardegna

Olbia

Santa Teresa, paese trappola per invalidi

di Giulia Bardanzellu
Santa Teresa, paese trappola per invalidi

Marciapiedi troppo alti, scivoli con la pendenza fuori norma: il racconto di un disabile in carrozzina

23 luglio 2013
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SANTA TERESA. Una macchina parcheggia davanti all'ingresso di un negozio, i marciapiedi sono invasi dalle mercanzie in bellavista per attrarre i turisti. Una signora esce spingendo una carrozzella su cui siede un uomo giovane, le gambe lunghe ma immobili. Prova a destra, poi a sinistra, la strada è chiusa da ogni lato. Non resta che spostare le ceste di ciabatte e gli ombrelloni, togliere il freno e poi ripartire. È solo una delle tante situazioni che capita di vedere in paese, magari facendo un po' più d'attenzione ai problemi di chi non può decidere di saltare gli ostacoli ma li deve affrontare di petto. «È anche per loro che chiedo un po' di considerazione», osserva Ermelino Bonazzola, originario di Dervio, sul Lago di Como, sposato con Paoletta e ormai teresino acquisito. Questo omone alto e grosso, con la pelle arrostita dal sole, è rannicchiato in una carrozzella elettrica dal 2009. Due anni prima, nel marzo 2007, era stato un ictus a interrompere bruscamente il corso delle cose. Una vita spesa tra divertimento e lavoro si è trasformata in una lotta, prima per sopravvivere e poi per rimettersi in piedi. Non sono bastati, però, nove mesi di riabilitazione in Sardegna e i tentativi a Milano. Ermelino è costretto per sempre su una sedia a rotelle. Per spostarsi la Asl lo ha dotato di un mezzo elettrico. «Inizialmente pensavo ce l'avrei fatta – commenta – e devo ringraziare la Protezione civile che in quel periodo mi ha dato un grosso aiuto. Oggi c'è mia moglie a darmi coraggio. Per girare faccio da solo ma i problemi non mancano». L'elenco è lungo. «Porte troppo strette, a partire da quelle del comando dei Vigili Urbani – dice Ermelino –. E poi i marciapiedi, altissimi e senza scivoli, come in moltissimi negozi del paese, tra cui la farmacia». Ci sono poi gli scivoli "mortali", con una pendenza talmente elevata, anche del 30% a fronte del normale 8%. «Per andare a fare la spesa rischio la vita e lo stesso accade per molti posti dove è impossibile anche solo prendere un caffè». La battaglia di Ermelino è soprattutto di civiltà. «Ho chiesto uno scivolo per i giardini ed è stato fatto. Forse facendo notare meglio le esigenze di chi è nelle mie stesse condizioni si riesce ad ottenere qualcosa di più». Anche per questo la richiesta è solo quella di una passeggiata. «Chiedo a chi si occupa di questi problemi in Comune di farsi un giro in paese insieme a me per notare tutte le cose che non vanno e provare a rimediare. È vero che d’inverno ci sono solo io, ma d’ estate arrivano tanti turisti e tanti invalidi che hanno il diritto di muoversi in sicurezza».

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