La Nuova Sardegna

Olbia

Dopo il raid intimidatorio

Il sindaco promette: «Prospettiva donna avrà una sede sicura»

di Serena Lullia
Il sindaco promette: «Prospettiva donna avrà una sede sicura»

OLBIA. I messaggi di solidarietà arrivati da tutta la Sardegna iniettano coraggio nelle vene dell’associazione “Prospettiva donna”. Dopo il raid intimidatorio scoperto l’altra mattina le volontarie...

21 agosto 2013
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OLBIA. I messaggi di solidarietà arrivati da tutta la Sardegna iniettano coraggio nelle vene dell’associazione “Prospettiva donna”. Dopo il raid intimidatorio scoperto l’altra mattina le volontarie del Centro antiviolenza ricevono l’abbraccio delle istituzioni, ma anche di tanti cittadini che riconoscono al Centro un ruolo fondamentale nella lotta alla violenza. I carabinieri del reparto territoriale di Olbia, guidati dal colonnello Nicola Lorenzon, portano avanti le indagini per scoprire chi si sia introdotto nella sede di via Genova dopo aver spaccato le serrature con un piede di porco. I malviventi si sono introdotti nella stanze che ospitano il Centro di ascolto, negli uffici della presidente Patriza Desole e delle psicologhe. Un raid che è un chiaro atto intimidatorio nei confronti dell’associazione che da anni assiste le donne vittime di violenze. La scientifica ha verificato se i malviventi abbiano lasciato delle impronte. Sulle indagini i militari mantengono il più totale riserbo. Si lavora a 360 gradi anche se la pista dell’intimidazione resta la più accreditata. Dalla sede al penultimo piano del palazzo di via Genova sono stati portati via 200 euro, ma gli oggetti di valore, macchine fotografiche, pc, sono stati ignorati. Inviolati gli schedari che contengono dati sensibili.

Un episodio gravissimo che ha scosso tutta la città. E ha fatto emergere l’esigenza di garantire più sicurezza alle volontarie in prima linea per difendere le donne e i minori da mariti, padri, compagni violenti. Immediata la solidarietà del sindaco Gianni Giovannelli. «Sono vicino a questa associazione che svolge un lavoro di grandissima importanza per la città e l’intero territorio assumendosi dei rischi importanti, vista la delicatezza dell’ambito in cui operano – dichiara il primo cittadino –. A breve incontrerò le responsabili di Prospettiva donna e studieremo il modo di innalzare il livello di sicurezza negli edifici in cui il Centro di ascolto è ospitato». La sede di via Genova non brilla certo per sicurezza. L’immobile è disabitato, la zona è poco illuminata, non esiste nè un sistema di allarme nè telecamere di videosorveglianza. Per i malviventi è stato fin troppo facile entrare e uscire senza essere visti. Ecco perché il Comune intende far diventare la sede del Centro di ascolto un obiettivo sensibile. «Non possiamo sottovalutare questo segnale di allarme e siamo pronti a fare la nostra parte – aggiunge Giovannelli –. Non riusciranno a intimidire l’associazione nè l’amministrazione comunale o a impedirci che vengano portate avanti le azioni per garantire il rispetto e il diritto delle donne a non subire violenza. Per quanto riguarda la sede di via Genova, anche se centrale, non è abbastanza sicura. Valuteremo se sia il caso di installare un sistema di videosorveglianza. Faremo anche in modo di renderlo un obiettivo sensibile e come tale di inserirlo fra quelli che vanno monitorati dalla polizia locale».

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