La Nuova Sardegna

Olbia

Un no alle cosche: la grande lezione degli alunni dell’Ipia

di Guido Piga

È stata l’unica scuola a celebrare la ricorrenza nazionale Corda: orgoglioso di voi. Russu: i mafiosi sono anche qui

22 marzo 2014
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OLBIA. D’accordo, non cambieranno il mondo, ma giornate così, come questa all’Ipia nel giorno del ricordo delle vittime alla mafia, unica scuola di Olbia a celebrarla, spazzano via pregiudizi e scalfiscono certezze. Una botta di vita reale che, almeno per un po’, tira fuori un po’ di commozione e obbliga a prendere atto che le cose possono essere diverse da come sembrano.

Il primo colpo arriva dal preside dell’istituto, Gianluca Corda. «In quest’anno e mezzo alla direzione ho avuto la possibilità di capire che il luogo comune sull’Ipia scuola in cui vanno quelli che non hanno voglia di studiare è, appunto, un luogo comune. Perché l’esperienza quotidiana e il vostro comportamento - ha aggiunto, rivolgendosi agli alunni delle terze, quarte e quinte nell’aula magna dell’istituto - mi hanno dimostrato l’esatto contrario. Avete dimostrato di credere nell’istruzione, e in voi». E sarà pure l’orgoglio del preside, a prevalere, ma sullo sfondo c’è una verità. Gli alunni non pongono domande, anche se invitati a farli, ma ascoltano e guardano con grande rispetto, senza chiacchierare fra loro, senza consultare i cellullari. Non sempre è scontato.

Il secondo colpo è dell’assessore alla polizia locale, Ivana Russu: «Le immagini che avete visto - dice, facendo riferimento a un filmato sulle vittime della mafia - a voi possono sembrare lontane, perché siete troppo giovani. Ma la mafia è meno lontana di come possiamo immaginare, perché anche a Olbia, per esempio, sono stati sequestrati terreni e appartamenti di mafiosi». Che è poi la radiografia di quello che le mafie sono diventate: un’impresa criminale non più attiva solo in Sicilia, Calabria e Campania, ma anche al nord e nelle aree più produttive.

E se proprio un bel messaggio può esserci, nella pur limitata presenza mafiosa in Gallura, è che quei beni, ora confiscati, potrebbero avere un futuro sociale. L’assessore Russu ha ricordato che è in corso una trattativa tra il Comune e la guardia di finanza per destinare tre appartamenti confiscati agli alluvionati che hanno perso la loro casa. Di mezzo c’è la burocrazia, e i tempi lunghi che tutti i procedimenti richiedono, ma la prospettiva è comunque confortante.

Come lo è, dopotutto, l’impegno di tutti quelli che, giorno dopo giorno, che siano rappresentanti delle forze di polizia, sacerdoti, volontari, cittadini, insegnanti (la giornata dell’Ipia l’ha curata Maria Grazia De Filippi), continuano a lottare contro le mafie. Volti che si sovrappongono a quelli di chi, nella decennale battaglia, la vita l’ha persa. Ed è sempre un colpo al cuore vedere le immagini su Falcone e Borsellino, sul generale Della Chiesa, su poliziotti e carabinieri morti per mano della mafia. “Non si è mai pentito di fare questa vita?” “No, mai” risponde sicuro Falcone poco rima di essere ammazzato. Ed è vero, le sue idee camminano sulle nostre gambe.

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