La Nuova Sardegna

Olbia

Il paradiso delle ostriche minacciato dai liquami

di Antonello Palmas

Per la coop produttrice i danni sono limitati «ma così non si può programmare» Tonino Meloni dopo l’ordinanza che vieta il consumo: tra un anno problemi risolti

30 aprile 2014
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INVIATO A SAN TEODORO. C’è chi li ha definiti “i diamanti del Mediterraneo”: sono le ostriche prodotte dalla Compagnia ostricola mediterranea, nata da una scommessa di una intraprendente duo proveniente dal Lazio e divenute un prodotto di eccellenza in grado di competere con i molluschi francesi. Un eccellenza che in questi giorni è stata messa in pericolo dagli esami effettuati dall’Asl sulla presenza di coliformi fecali nelle acque della laguna e negli stessi bivalvi, dovuta a un malfunzionamento del degli impianti sollevamento fognario di Badualga, che hanno costretto il sindaco di San Teodoro, Tonino Meloni, a emettere un’ordinanza che vieta la commercializzazione se senza un processo di depurazione. Che però la cooperativa pratica di routine.

«Danneggiati dai conflitti di competenze» commenta Alessandro Gorla, responsabile tecnico. Il suo piccolo grande miracolo già due anni fa si trovò in una situazione simile. «Da precisare – dice – che la data dell'ordinanza non è il 24 aprile ma il 17, lo stesso giorno in cui sono stati comunicati risultati degli esami, che l’Asl effettua sempre ogni due settimane, non su segnalazione; si chiama piano di sorveglianza periodica. Inoltre, i prelievi non sono solo dell'acqua ma anche dei molluschi. Il valore riscontrato è di 330 mtm, superiore quindi ai 230 mtm della classe A, che consente il consumo senza il processo di depurazione. Per un divieto totale sarebbe stato necessario superare i 4.600 mtm, siamo quindi molto distanti». Insomma, secondo i responsabili il problema di questi giorni è più di immagine che economico «ma è la conferma che non si può lavorare e programmare una crescita – dice Gorla – in una situazione tanto precaria». Il rientro ai valori normali dovrebbe essere veloce, per esperienza. Ma occorre risolvere radicalmente il problema.

Spiega il sindaco Tonino Meloni: siamo intervenuti più volte coi nostri mezzi per i disservizi del depuratore. Il problema nasce dal fatto che l’impianto di sollevamento non ha più la pompa di riserva che entrava in funzione in caso di emergenza. Un guaio soprattutto in zone delicate perché prospicienti a spiagge o stagni come questa. La stazione funziona benissimo, ma il controllo di Abbaona non è h24 e se escono liquami i tecnici se ne accorgono magari il giorno dopo. Nel frattempo i batteri vanno a finire nello stagno. Crediamo che sia successo proprio questo, infatti il disguido tecnico era stato segnalato». Come fare? Meloni si affida a una serie di fondi: «Uno da 2.5 milioni per il potenziamento del depuratore che ora funziona solo con i fanghi attivi e diventerà ibrido, progetto in stato avanzato. Quindi un finanziamento di 900 mila euro per la rete fognaria di Franculacciu distrutta dall'alluvione e uno di 250 mila per sistemare tutte le stazioni di sollevamento. Contiamo che nel giro di 8 mesi- un anno, questi problemi siano un ricordo». Quindi una frecciata alla minoranza: «Noi ci siamo mossi per risolvere il problema, anche chiedendo la gestione del servizio idrico integrato, i cui costi potrebbero essere superiori ai ricavi. Ma prima viene l’interesse del paese. Loro cosa hanno fatto nei 5 anni in cui hanno governato?»

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