La Nuova Sardegna

Olbia

San Pasquale insiste: divorzio da Tempio

di Angelo Mavuli
San Pasquale insiste: divorzio da Tempio

La parte della frazione che ricade nel comune del sindaco Frediani: «Ora basta, vogliamo stare con Santa Teresa»

08 maggio 2014
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SAN PASQUALE. L’enclave tempiese di San Pasquale, a distanza di oltre due anni, torna a denunciare l’abbandono nel quale è stata lasciata dal Comune madre. Questa volta però, a differenza di altre, «non per lanciare ultimatum al sindaco Frediani -, dicono diversi interlocutori -, quanto per dire che i tempi della pazienza sono finiti» e per annunciare la decisione di “voler riavviare, con forza e con il supporto legale di valenti professionisti, l’iter burocratico, (fermo da quattro anni a Cagliari presso l’assessorato degli enti locali, finanze ed urbanistica), per abbandonare il comune di Tempio e passare “armi e bagagli” ( leggi: territorio, introiti fiscali ed anche problemi), al comune di Santa Teresa, per quanto concerne San Pasquale ed al comune di Luogosanto per quanto riguarda invece Bassacutena.

«Troppo lo sfruttamento del territorio, deturpato nei suoi luoghi più belli dagli amministratori tempiesi di tutti i tempi, senza colpo ferire e senza che alla frazione arrivasse un briciolo di quella ricchezza di cui Tempio si è invece appropriato. Troppe - dicono ancora gli autori della protesta-, le promesse non mantenute; troppi e datati i problemi per cui gli amministratori non hanno mai fatto niente. E’ ora di riprendere in mano con determinazione il viaggio che ci porterà verso altri lidi. Rimanere ancora con Tempio, per noi, significherebbe l’annientamento e lo sfacelo della nostra enclave. Questo non lo permetteremo». Concetti durissimi che senza neanche più la rabbia di un tempo, ma con estrema fermezza, cinque rappresentanti della comunità tempiese della piccola frazione( circa 250 abitanti tempiesi), hanno chiesto di poter esternare. Lunghissimo l’elenco dei problemi «insoluti da anni e per i quali, periodicamente l’amministrazione annuncia soluzioni miracolistiche. Solo fumo negli occhi, e parole al vento. A parte i danni ambientali, gli sconci edilizi fatti e alcuni ancora in atto, un traliccio telefonico che grida vendetta, un cimitero che sembra un cimitero di guerra appena bombardato, una fonte sul cui pozzetto di ispezione è stato costruito un parcheggio ed altri danni ancora». Le lamentele riguardano anche la quotidianità ignorata e resa ancora più difficile dall’abbandono e dal degrado. Il paragone con la parte teresina di San Pasquale è troppo stridente per non essere notato.

«Sintomatiche dell’abbandono di Tempio - proseguono i rappresentanti di quella parte di San Pasquale legata a Tempio -sono ad esempio, i parchi giochi dei due comuni o le targhe per la toponomastica. Belli ed ordinati i primi, coperte di erbacce e rotti i secondi. Belle ed eleganti le targhe di Santa Teresa, inesistenti o scritte a penna e mal messe quelle della parte tempiese. «Ci sentiamo figli di un dio minore - dice Monica Molino - con tanta voglia di riscatto».

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