La Nuova Sardegna

Olbia

Una bomba devasta il bar “La dolce vita”

di Giampiero Cocco
Una bomba devasta il bar “La dolce vita”

Via Vittorio Veneto, gli investigatori sulle tracce di alcune persone sospette forse riprese dalle telecamere di una banca

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OLBIA. Era da poco passata la mezzanotte e mezzo di ieri quando i dinamitardi hanno fatto esplodere il rudimentale ordigno che ha mandato in frantumi le vetrate d’ingresso del caffè “La dolce vita”, in via Vittorio Veneto, una delle strade più trafficate della città. Un attentato in cerca d’autore, apparentemente senza alcun movente. Il secondo in due giorni. Abbastanza da far ripiombare la città nel tunnel della paura.

Il bar è stato devastato da una bomba che, almeno stando alle prime indicazioni degli specialisti dei carabinieri, giunti sul posto poco dopo l’esplosione, era stata confezionata con un solo candelotto di gelatina da cava. Una esplosione che, a quell’ora della notte, ha svegliato di sopprassalto l’intero vicinato. La società che gestisce il locale, formata da tre giovani conosciutissimi e stimati in tutta la città (Stefano Belloni, Pierpaolo Pitzalis e Gianni Fiorentino), ha dato negli anni un’impronta elegante al locale, dove si servono colazioni, aperitivi e drink pre dinner. Clientela mista: giovani e famiglie. Alle dieci di sera, tutti a casa perché il locale chiude. Mai un incidente.

I malviventi hanno avuto gioco facile nel sistemare e far brillare l’ordigno che ha provocato diversi danni (subito riparati: il locale dovrebbe riaprire già oggi, a tempo di record) alla vetrata d’ingresso e agli arredi più vicini al punto dell’esplosione. L’onda d’urto ha scaraventalo contro il bancone sedie e tavolini, con danni limitati. Stando alle prime indicazioni le mosse dei dinamitardi sarebbero state registrate dalle telecamere dell’attiguo Banco di Sardegna e da diverse altre posizionate nella stazione di servizio Q8 (dall’altra parte della strada) e nel vicino supermercato. Il movente dell’ennesima bomba che lascia con il fiato in sospeso i commercianti e gli esercenti, preoccupati per l’incalzare deglia atti di intimidazione, sarebbe inesistente. Stefano Belloni, uno dei tre titolari, parla chiaro: «Mai ricevuto minacce, tantomeno avuto discussioni con chiunque. Non capiamo il perché di un gesto simile, forse gli attentatori hanno sbagliato obiettivo. Ora comunque vogliamo guardare avanti e riprenderemo subito l’attività».

L’attentato dinamitardo al caffè «La dolce vita» arriva esattamente 24 ore dopo l’incendio doloso di tre auto parcheggiate nel cortile di un palazzo in via Marmilla. Sempre in centro, sempre di notte. Due episodi in due giornate consecutive, il segnale che la tregua è finita. e che l’Anonima intimidazioni è di nuovo all’opera. A proposito dell’incendio doloso delle tre auto in via Marmilla i poliziotti del commissariato di Olbia sono sempre sulle tracce dei due giovani, i presunti malviventi autori dell’attentato, che si sarebbero allontanati velocemente in motorino subito dopo aver appiccato il fuoco in una delle auto. Sarebbero stati anche notati da diversi testimoni.

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