La Nuova Sardegna

Olbia

Maggioranza divisa, crisi dietro l’angolo

Un nuovo caso dal Pd di Damigella dopo quelli di Cd e Popolari. Il sindaco: «Polemiche inutili, la gente non capisce»

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OLBIA. La maggioranza che governa Olbia è sempre in bilico. Consumata dietro polemiche che nulla hanno a che fare con le esigenze dei cittadini. L’ultimo episodio due giorni fa, in consiglio comunale, quando il gruppo Pd1, presente con 4 consiglieri su 5, ha abbandonato l’aula di Poltu Quadu, imitato dai due del Centro democratico, saliti da inizio mese sull’Aventino ed evidentemente pronti a cogliere al balzo ogni momento di disagio della maggioranza. In aula dunque è rimasta una parte della maggioranza, perché anche la minoranza è uscita dall’aula. Così, rapidamente sono stati approvati i restanti punti: variante al Pdf e Linee guida del Puc, illustrate proprio dall’assessore Carlo Careddu riferimento del gruppo Pd che ha abbandonato ai lavori. Ma resta lo spettacolo di un’aula desolatamente semivuota, e di una maggioranza lacerata e sull’orlo di una crisi di nervi, tafazzianamente di corsa verso l’autodistruzione.

A causare la fuoriuscita dei consiglieri del Pd guidato da Luigi Damigella, due fatti. Prima la mancata elezione di un rappresentante indicato dal gruppo nel collegio dei revisori, poi la mancata inversione richiesta da Damigella. Se il sindaco Gianni Giovannelli non riesce a capire i motivi dell’uscita, e il capogruppo dell’altro Pd, Giorgio Spano, parla di esibizione muscolare, lo stesso Damigella è convinto che la scelta sia stata giusta. «Assurdo che la minoranza abbia due rappresentanti su tre nel collegio dei revisori – dice –. E poi, mi sembrava giusto e opportuno che si dovesse procedere all’inversione dell’ordine del giorno. Nessun dubbio che le linee guida del Puc siano più importanti delle osservazioni sul Pdf. Ma così non ha pensato il resto della maggioranza, che ha votato con l’opposizione. Segnali preoccupanti che vanno sottolineati».

Dopo la rinuncia all’assessorato dei Popolari per la Sardegna e all’autosospensione di Cd, ecco un altro caso. La crisi è dietro l’angolo. «Tirate voi le conclusioni – dice Damigella –, di certo serve un confronto in maggioranza. Una verifica che va fatta al più presto. Noi contro l’assessore Careddu? Assolutamente no, noi sosteniamo tutto l’esecutivo».

Giorgio Spano, del Pd 2, osserva subito che «di solito le maggioranze in crisi non producono nulla. Noi stiamo prendendo dei provvedimenti importanti, ultimo dei quali le linee guida del Puc. Peccato che molti consiglieri se ne siano andati, abbiamo perso l’occasione per discutere insieme di un argomento fondamentale, appunto il Puc. L’inversione richiesta mi sembra una semplice esibizione di muscoli, mentre la mancata elezione di un rappresentante in più della maggioranza nei revisori è dovuto al rifiuto del gruppo di Damigella di trovare una linea comune nel voto».

Secco il sindaco Giovannelli. «Non ho molto tempo da perdere per le polemiche e le sterili rivendicazioni sulla pelle dei cittadini, che aspettano importanti decisioni – dice –. Quello che è accaduto in consiglio comunale è assurdo. Hanno richiesto un’inversione nell’ordine del giorno senza discuterne preventivamente con gli altri. Tanto che anche l’assessore Careddu è rimasto sconcertato. il tutto mi è sembrato solo un pretesto per lasciare l’aula, visto che c’erano due soli argomenti da discutere e infatti tutte e due sono stati approvati. Andremo presto a discutere il tutto in maggioranza – conclude – ma la gente non capisce queste cose, e si allontana sempre più dalla politica».

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