La Nuova Sardegna

Olbia

Crescerà in carcere l’albero di Pietro

di Angelo Mavuli
Crescerà in carcere l’albero di Pietro

La proposta di un detenuto è stata condivisa dai Lions. Il 5 giugno verrà piantato un ulivo in ricordo del bambino ucciso

30 maggio 2014
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NUCHIS. Un primo segno di speranza, dopo i tragici fatti di via Villa Bruna, dove, per mano omicida, il 17 maggio, sono stati uccisi nella loro casa Giovanni Azzena, sua moglie Giulia Zanzani ed il loro figlio, Pietro di 12 anni, arriva dalla Casa di reclusione di Nuchis.

Un detenuto, Vincenzo, ha proposto che all’interno del carcere venga messo a dimora, nel nome e nel ricordo di Pietro, un albero. La proposta, accolta immediatamente dalla direttrice del carcere è stata fatta propria anche dal Lions Club di Tempio, di cui è presidente Guido Selis e che da qualche anno a questa parte, in attuazione delle legge che prevede per ogni nuovo nato la messa a dimora di un albero e l’abbinamento con il nome del neonato, realizza in città una particolare “festa degli alberi” che coinvolge soprattutto le scuole elementari.

«Quest’anno - spiega Guido Selis -, già da alcuni mesi avevamo prospettato ai vari enti preposti o comunque interessati all’assolvimento di questa legge, Comune, dirigente scolastica, Ente Foreste, Corpo Forestale ed ovviamente direzione della casa di reclusione di Nuchis che la Festa degli alberi potesse essere effettuata negli ampi spazi disponibili all’interno dei cortili della Casa di reclusione di Nuchis, già destinati a verde. L’iniziativa -, spiega ancora Guido Selis -, aveva un indirizzo, di tipo ambientale ed educativo e si poneva anche l'obbiettivo di recuperare e riabilitare gli ospiti del carcere di Nuchis stimolando in loro buoni sentimenti. Ci proponevamo inoltre di far capire alla nostra gente gli aspetti positivi derivanti dalla presenza sul nostro territorio di una così importante struttura, peraltro perfettamente integrata, grazie anche alla numerose iniziative che la direzione del carcere consente di realizzare, in sinergia fra realtà cittadine e la realtà carceraria. Avere appreso poi che da un detenuto arriva la proposta di cui si è detto, ci commuove profondamente e ci consolida nelle nostre decisioni. Abbiamo pensato quindi di piantare significativamente, un ulivo».

La pianta che Vincenzo ha chiesto di piantare nel nome e nel ricordo di Pietro, quasi fosse anche lui un nuovo nato della nostra città, verrà messa a dimora alle 9,30 di venerdì cinque giugno.

Alla cerimonia parteciperanno anche due terze classi delle scuole elementari e la prima A della scuola media Grazia Deledda che Pietro frequentava con ottimo profitto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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