«Dalla pampana all’ipad», un tuffo nel passato dei giochi
OLBIA. Non poteva mancare uno spazio dedicato ai bambini, nel ricco programma di eventi organizzato da “ArcheOlbia”. Se con i monumenti aperti gli adulti torneranno indietro nel tempo, la stessa...
OLBIA. Non poteva mancare uno spazio dedicato ai bambini, nel ricco programma di eventi organizzato da “ArcheOlbia”. Se con i monumenti aperti gli adulti torneranno indietro nel tempo, la stessa possibilità verrà offerta ai più piccini. Per loro si tratterà di un: “Ritorno ai giochi di una volta: dalla pampana all’ipad”. Perché i bambini possano sapere che prima di internet e della play station, si giocava sulla strada e nei cortili con pochi mezzi a disposizione, ma sempre all’insegna del divertimento puro e semplice.
E così grazie a Teresa Veccia, commerciante del centro e titolare del negozio BimbiSi calzature, ecco inserire un’iniziativa che oggi, a partire dalle 17 e sino alle 20,30 a pochi passi da piazza Regina Margherita, consentirà ai bambini di giocare a ruba-fazzoletto, al tiro alla fune o a pampana. «Sono molto felice di essere stata inserita in un evento così importante per la nostra città e così, nel mio piccolo, - spiega Teresa Veccia - ho pensato di coinvolgere bambini e famiglie. Riscopriremo anche noi il passato, ma non solo attraverso i giochi di un tempo. Lo faremo anche con le canzoni di una volta, quelle che hanno accompagnato l’infanzia di diverse generazioni. Chi non ricorda per esempio la canzone di Haidi o di Cenerentola? O quelle dell’Ape Maia o di Anna dai capelli rossi? Non è ancora tutto. Durante la serata, i bambini avranno la possibilità di farsi truccare e di partecipare al laboratorio delle perline, quelle con cui si trascorrevano pomeriggi interi per realizzare collane e braccialetti. Tutto questo perché secondo noi è giusto e importante che anche i piccoli olbiesi scoprano un po’ di storia sotto forma di gioco. Noi siamo pronti ad accoglierli e a regalare loro gioia e allegria. E alla fine dell’evento tutti i bambini riceveranno l’attestato del ritorno al passato».