La Nuova Sardegna

Olbia

Omaggio alla musica sarda in ricordo di Mario Cervo

Omaggio alla musica sarda in ricordo di Mario Cervo

Nella casa-museo di via Grazia Deledda esibizione dei grandi protagonisti isolani Aperta al pubblico la collezione digitalizzata, un percorso di note dal 1922 al 1997

09 giugno 2014
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OLBIA. Come un incontro tra amici, nella casa della musica sarda. I protagonisti delle note isolane degli ultimi 50 anni si incontrano nel giardino dell’“Archivio Mario Cervo”, nel cuore della città. Armonia di note, di anime, di emozioni. Un omaggio lungo una giornata nella domenica che celebra l’apertura al pubblico della più importante collezione al mondo dedicata alla musica sarda. Un patrimonio costruito con dedizione negli anni da Cervo e oggi donato alla comunità. Nel santuario dell’identità musicale isolana è possibile passeggiare tra le note del repertorio della tradizione registrato tra il 1922 e il 1997. Oltre 6mila supporti, musicassette e dischi. Un percorso unico attraverso il canto a chitarra, la gara poetica, il canto a tenores, quello campidanese, le launeddas. Ma c’è anche spazio per i suoni che accompagnano le lavandaie al fiume, per la trombetta di un banditore.

Il musicista ed etnomusicologo Paolo Angeli con pazienza e dedizione ha catalogato e ordinato i 6mila frammenti di storia musicale. Un lavoro fortemente voluto dalla famiglia Cervo e realizzato in sinergia con l’Istituto superiore regionale etnografico. Un patrimonio digitalizzato e donato ad appassionati, curiosi, ricercatori. Due pc consentono l’esame e l’ascolto di tutto il materiale.

La casa della musica sarda da ieri è aperta al pubblico. La famiglia Cervo ha messo a disposizione un appartamento in via Grazia Deledda. L’Isre lo ha vestito da museo, ma con un cuore vibrante. Per tutta la giornata il giardino dell’Archivio ha ospitato sotto l’ombra dei suoi alberi i grandi protagonisti della musica tradizionale sarda. Ognuno ha raccontato, con le parole e le note, il suo personale ricordo di Mario Cervo, il suo amore per la Sardegna declinato nella ricerca lunga una vita di tutto ciò che la riguardava. Dischi, cassette, nastri, live, cd. Ma anche libri, giornali, riviste, musiche, preghiere, canti, balli voci, immagini. Di mattina il ricordo di Cervo e l’omaggio alla tradizione sarda è affidato alle launeddas di Massimo Congiu, ai versi delle poesie di Mario Bua, Maria Teresa Inzaina e Tino Scugugia. Ma la grande protagonista della giornata è stata la musica sarda, nelle sue tante sfaccettature. Sul palco i Cordas et Cannas alla fine della mattinata. «Mario ha contribuito alla nascita del nostro gruppo – dice commosso Gesuino Deiana –. A noi tutti manca la sua presenza fisica, la sua stretta di mano, il suo essere amico di tutti. Ma il suo spirito è qui tra noi». In serata ancora grande spettacolo con i Tenores Luisu Ozzanu Siniscola, i cantadores Maludrottu-Giallara, il coro Gavino Gabriel, Paolo Bellu, Pino d’Olbia, Mauro Mibelli con Ester Bonomo e Josè Vargas. Gran finale con Marino Derosas, la chitarra sarda modificata di Paolo Angeli, Evi Pattitoni, i Collage e i Frizzanti. (se.lu.)

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