Un libro su Tempio e le sue armi
TEMPIO. È il proprietario di una collezione unica al mondo che in tanti hanno potuto ammirare in occasione della tappa tempiese di “Stazzi e Cussogghj”. Parliamo di una superba collezione di fucili d’...
TEMPIO. È il proprietario di una collezione unica al mondo che in tanti hanno potuto ammirare in occasione della tappa tempiese di “Stazzi e Cussogghj”. Parliamo di una superba collezione di fucili d’epoca di cui è proprietario Giuseppe Sotgiu, il presidente dell’Accademia Popolare Gallurese – Coro Gavino Gabriel.
Fucili, ma non solo (anche armi bianche e accessori del settore), che dimostrano come Tempio fosse nei secoli passati (in particolare, tra la fine del ‘600 e tutto il ‘700) un luogo di raccolta di alcuni dei migliori armaioli nazionali.
Chi non ha potuto visitare la mostra, durata purtroppo solo due giorni, potrà, comunque, farsi un’idea della straordinarietà della collezione attraverso il libro con il quale Sotgiu racconta la sua passione e illustra molti dei pezzi pregiati di cui è proprietario. E che un giorno non lontano gli piacerebbe vedere finalmente esposti in uno spazio stabile.
Dal materiale esposto durante la due giorni e dalla documentazione fornita da Sotgiu nella sua piccola monografia dedicata ai fucili di Tempio si potrebbe azzardare l’ipotesi che il centro gallurese abbia messo sul mercato, per almeno due secoli, la maggior parte dei fucili prodotti in Sardegna. È quanto affermano anche storici, scrittori e viaggiatori italiani e stranieri che hanno visitato l’isola nell’arco degli ultimi secoli. Ed è quanto, ottimamente documentato, si può leggere nel libretto esplicativo di Sotgiu, in cui viene sintetizzata una ricerca durata trent’anni e vengono raccolte illustrazioni, appunti e cenni storici ricostruiti con certosina pazienza. Un lavoro da non sottovalutare, tanto da valersi di una presentazione di Edoardo Mori, una delle massime autorità nazionali nello studio delle produzioni militari.
Definita la Toledo sarda, Tempio ha, in effetti, avuto sino all’800 un gran numero di artigiani dediti alla fabbricazione di armi. A volte, qualche pezzo veniva importato dalla Penisola e assemblato, ma quasi sempre l’originalità e la qualità della rifinitura erano il marchio di fabbrica dei fucili tempiesi. Certo è che per farli funzionare occorreva la polvere da sparo, ma questo in Gallura, visti i buoni rapporti con la vicina Corsica, non è mai stato, a quanto pare, un grosso problema.
©RIPRODUZIONE RISERVATA