La Nuova Sardegna

Olbia

Appello a Renzi e Pigliaru dal consiglio comunale

di Enrico Gaviano

Alluvione, delibera votata all’unanimità dall’aula dopo un dibattito lacerante: «Il premier e il Governatore diano risposte sui fondi da erogare per i danni subiti»

18 settembre 2014
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OLBIA. Aula consiliare di Olbia unanime: Regione e Governo nazionale ci ascoltino, altrimenti stavolta il consiglio comunale sarà convocato a Cagliari e a Roma. Una minaccia, per la verità, già avanzata a dicembre, nei convulsi giorni del dopo alluvione. Allora, la speranza che le cose si sistemassero in tempi ragionevoli fece allentare la corda. Che ora è nuovamente tesa: il Governo nazionale, presentatosi subito a Olbia con l’allora premier Enrico Letta nicchia, anche la Regione e il presidente Francesco Pigliaru sembrano andare avanti con i piedi di piombo. E allora il consiglio comunale ha partorito un documento unitario, frutto peraltro di un lungo e spesso lacerante dibattito. In soldoni, la richiesta è quella di avere un’audizione, entro 15 giorni, con il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi, per chiedere fondi da destinare al parziale rimborso dei danni subiti da imprese e privati quel maledetto 18 novembre, mentre a Pigliaru si chiede un incontro per la definizione e urgente erogazione dei fondi raccolti dalle varie asociazione a favore degli alluvionati. Al governo nazionale si chiederà anche di poter attivare le procedure per un adeguato sforamento del patto di stabilità, almeno nella misura del 50 per cento dei fondi disponibili nelle casse comunali (che ammontano a circa 50 milioni di euro).

Documento votato all’unanimità, ma con un’aula spesso sull’orlo della crisi di nervi. Perché da una parte il capogruppo di Forza Italia, Marco Piro, ha accusato la maggioranza di non aver fatto nulla. «Andiamo a chiedere sostegno a Cagliari e a Roma – ha detto l’esponente forzista – e noi non siamo stati in grado neanche di spendere i soldi che ci sono in cassa». Attacco rafforzato dal collega di partito Pietro Carzedda. «Dobbiamo reagire _ ha sostenuto –. E visto che lo stato non ci dà i soldi, sforiamo il patto di stabilità. I dirigenti non firmano? Cacciamoli».

Dall’altra parte, Benedetto Cristo dell’Upc ha reagito con durezza. «Cacciare dirigenti? Beh, l’ultima volta che è successo – ha ricordato – ci è costato caro. Il comune deve tirar fuori 900mila euro per il disgraziato errore del licenziamento della dirigente Palermo, soldi sottratti ora agli alluvionati».

Per Gianluca Corda (Popolari per la Sardegna) c’è il dubbio, poi sciolto con un sì alla delibera: «Servirà a qualcosa inviare una lettera? Già altre volte non ci hanno risposto. Dunque giusto pensare a un piano B, ad azioni anche clamorose».

Su questo punto si è deciso di convocarsi, a spese dei consiglieri comunali, a Cagliari e Roma, se non arrivassero «appunto notizie concrete a breve.

Il sindaco Gianni Giovannelli ha chiuso ricordando le cose fatte e le giuste rimostranze della città. «Qui c’è gente che si porta dietro i segni indelebili dell’alluvione – ha detto –. Dunque mi sembra doveroso che giunta e consiglio comunale di Olbia alzino il tiro e che la protesta sia ancora più forte. L’amministrazione, nel frattempo, non è vero come afferma Piro, che non ha fatto nulla. Abbiamo anticipato 13 milioni, abbiamo distribuito i fondi disponibili, preparato un piano di allerta che è diventato esempio per gli altri comuni. La lettera che ho inviato il 14 agosto è stato un atto formale in cui abbiamo richiamato i vari soggetti istituzionali e le associazioni, alle loro responsabilità, che non possono ricadere solo sull’amministrazione di Olbia e sugli olbiesi»

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