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Licenziamenti in Meridiana, inizia lo sciopero della fame

 Il traliccio a 40 metri di altezza a Olbia su cui protestano due lavoratori
Il traliccio a 40 metri di altezza a Olbia su cui protestano due lavoratori

I due lavoratori restano in cima alla torre a 40 metri d’altezza

29 ottobre 2014
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OLBIA Andrea Mascia e Alessandro Santocchini restano sulla torre all’aeroporto, a 30 metri d’altezza, nonostante il primo abbia iniziato da due giorni lo sciopero della fame e qualcuno stia cercando di convincerlo a scendere. Anche una buona parte dei dipendenti guarda a loro con orgoglio e ammirazione, come due eroi che stanno lottando contro i 1634 licenziamenti di Meridiana decisi dall’Aga Khan e applicati dall’ad Scaramella.

Anzi, dopo esserci saliti la mattina del 15 ottobre, Mascia e Santocchini rilanciano. «Stiamo organizzando una grande manifestazione a Cagliari, davanti al palazzo della Regione – dice Mascia –. Ci vorrà una settimana. Ma con noi ci saranno anche i pastori, i dipendenti dell’Igea, i consiglieri comunali di Tempio a difesa del loro ospedale, altri lavoratori in crisi. Sarà una cosa dura. Perché la Regione, con il governatore Pigliaru, che aveva preso impegni per risolvere le vertenze, non può far finta di nulla. Qui il lavoro lo stiamo perdendo, lo difenderemo».

Mascia e Santocchini resteranno sulla torre a oltranza, dunque. Lo faranno durante la trattativa a due tra azienda e sindacati sui licenziamenti, che può durare anche 75 giorni. Sempre che, prima, non ci siano novità capaci di farli scendere dalla torre. Intanto il comune di Olbia ha sposato, anche visivamente, la battaglia dei dipendenti. Da ieri, in municipio, per volontà del sindaco Gianni Giovannelli, c’è uno striscione con la scritta “Nessuna famiglia senza lavoro”. Che è la frase usata dal Papa durante l’udienza in cui ha ricevuto una delegazione di dipendenti della compagnia e in cui si è appellato all’Aga Khan, senza mai nominarlo. (g.pi.)

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