La Nuova Sardegna

CALANGIANUS. «Ma la crisi del distretto industriale del sughero, che muore in silenzio nell'indifferenza di tutti, non ha la stessa dignità delle altre crisi industriali della Sardegna» È quanto si chiede il vicesindaco di Calangianus, Fabio Albieri (foto), assessore ai servizi sociali, nel constatare quanto le crisi di altri settori abbiano maggiore risonanza mediatica e politica rispetto quella del comparto in questione. Albieri tocca con mano ogni giorno quanto sia grave la crisi in un paese in cui appena dieci anni fa la disoccupazione non si conosceva. Ora invece gli artigiani chiudono, gli opifici attivi si contano sulle dita di una mano. Qualche giorno fa in una riunione d’area del Pd, partito di cui è sostenitore con la verve che gli si riconosce, Albieri ha manifestato il suo malumore e disappunto per come a Cagliari si guarda alla crisi del sughero in Alta Gallura e che trascina con sé varie realtà dell’isola. Due anni fa il Consiglio di cui fa parte, si riunì persino in una fabbrica di sughero. Albieri non fu poi certo tenero con Cappellacci quando a pochi mesi dalle elezioni, si ripresentò a Calangianus per parlare di sughero. «Con il dovuto rispetto – dice – per tutte le crisi economiche, per le aziende che chiudono, per i deserti industriali che si formano in varie zone dell'isola, con migliaia di lavoratori che perdono il proprio di lavoro, mi chiedo se anche la crisi del sughero sia importante. O non interessa a nessuno solo per il fatto che siamo troppo silenziosi? Mi aspettavo dalla nuova Giunta Pigliaru (che ho sostenuto con convinzione) una maggiore sensibilità rispetto alle passate amministrazioni regionali. Invece nulla. Silenzio totale. Evidentemente dobbiamo alzare e di parecchio il tono della voce e non mancheremo di farlo molto presto». (p.z.)