La Nuova Sardegna

Olbia

l’evento

A tavola la giustizia riparativa

A tavola la giustizia riparativa

Un pranzo per promuovere il benessere tra persone e sistemi

19 novembre 2014
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TEMPIO. A Tempio continua la serie di iniziative ( conferenze, dibattitti e incontri), avviate, da tempo, da Carla Ciavarella, direttrice della Casa di reclusione di Nuchis sulla “Giustizia riparativa”. Oggi, nella Palazzina comando della Pischinaccia dalle 12,30 alle ore 15,30 ci sarà un momento di incontro definito dalla stessa direzione della Casa di reclusione, “Pranzo riparativo per ispirare innovazione”.

«Si tratta - dice Carla Ciavarella -, di una iniziativa che si inserisce della settimana  internazionale della Giustizia riparativa, in programma dal  16 al 23 novembre e promossa  in tutta Europa dai membri del Forum Europeo per la Giustizia Riparativa per condividere a tavola le idee sull’argomento. Il tema del “Pranzo riparativo” - spiega la direttrice, molto apprezzata sul territorio, sia dalla gente comune che dai politici, per l’ampiezza delle sue idee e per le diverse iniziative -, sarà il futuro della Giustizia riparativa nel nostro Paese per lo sviluppo della Comunità relazionale, con l’obiettivo di  promuovere il benessere tra le persone e i sistemi. Il pranzo riparativo intende stimolare un dibattito sullo sviluppo di comunità basate sulla gestione pacifica, responsabile, inclusiva e solidaristica del conflitto». L’evento sarà l’occasione per presentare una ricerca di Patrizia Patrizi sulla costruzione della comunità riparativa e relazionale. Patrizia Patrizi, Ordinaria di Psicologia giuridica nel Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell'Informazione, sta portando avanti un progetto di ricerca, finanziato da una legge regionale «finalizzato a sperimentare la costruzione di una città ad approccio riparativo sul modello delle “restorative city” anglosassoni. Ovviamente - spiega la Patrizi -. il tutto viene rivisitato e riorganizzato d’accordo con il nostro tessuto culturale, sociale ed economico. Noi - dice ancora la ricercatrice, con un pizzico di mal celato orgoglio -, saremmo i primi in Italia». (a.m.)

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