La Nuova Sardegna

Olbia

Gli studenti occupano i tre licei cittadini

di Dario Budro ni
Gli studenti occupano i tre licei cittadini

Lenzuoli bianchi al Mossa, al Gramsci e al De Andrè. I ragazzi protestano anche per gli spazi inadeguati e il post alluvione

03 dicembre 2014
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OLBIA. Fuori dalle finestre appendono il classico lenzuolo bianco. E allo stesso tempo informano la dirigenza che la scuola, da qui fino a data da destinarsi, sarà nelle loro mani. Gli studenti si danno delle regole, tracciano insieme la linea della protesta, individuano le strategie per rendersi inattaccabili. Ieri mattina tre scuole superiori sono state occupate dai ragazzi. Come due anni fa. Per adesso è il caso dei tre licei olbiesi: scientifico Mossa, artistico De André e classico-linguistico Gramsci. I motivi della protesta sono gli stessi ormai da molto tempo: mancanza di spazi adeguati e strutture poco sicure. Ma non solo. La lotta degli studenti, in particolare quelli dello scientifico, centra in pieno anche il tema dell’alluvione. E tutto questo mentre la Provincia, che gestisce le scuole superiori, è un ente commissariato e praticamente defunto.

Liceo scientifico. Al Mossa hanno occupato l’edificio verso l’ora di pranzo. «Mancano i fondi anche per organizzare attività di recupero – spiega il rappresentante Alex Bortolotti –. E poi la nostra struttura ha problemi di spazio. Alcune classi per esempio sono costrette fare lezione nei laboratori e certe volte in aula magna». E poi una questione che ultimamente sta particolarmente a cuore agli studenti: «Perché per l’isola vengono destinati tanti milioni di euro alle questioni militari e all’istruzione poche briciole?» si chiede Alex Bortolotti. L’occupazione dello scientifico, comunque, è anche una sorta di autogestione. «Chi vorrà potrà fare lezione. I professori ovviamente possono entrare nell’istituto – continua il rappresentante –. Inoltre organizzeremo incontri, dibattiti e laboratori».

Scuola alluvionata. I ragazzi dello scientifico puntano poi la bussola verso il tema alluvione. La loro scuola, il 18 novembre 2013, è stata colpita dal fango. «Nel nuovo Piano per l’assetto idrogeologico noi risultiamo in zona rossa – prosegue Alex Bortolotti –. E quindi pretendiamo chiarezza. Sappiamo che esistono progetti per ampliare l’edificio, ma vogliamo sapere se qui si può costruire o quali lavori possono essere realizzati». Gli studenti del Mossa, insieme a tutti gli altri, si stanno muovendo da tempo per cercare un dialogo con la Provincia. Un’operazione per nulla semplice viste il contesto che attanaglia l’ente di via Nanni. «C’è un problema politico, è vero – aggiunge il rappresentante -. La Provincia è commissariata, ma qui ci rimettiamo noi. Qualcuno deve darci delle risposte chiare. Non riusciamo a trovare un interlocutore».

Liceo artistico. Ieri mattina anche gli studenti del De André hanno occupato il loro istituto. Di prima mattina si sono organizzati e insieme hanno concretizzato la protesta. «Nelle scorse settimane abbiamo manifestato due volte, ma non abbiamo ricevuto risposte – spiega lo studente Dario Sanna –. La situazione è sempre la stessa: viviamo in spazi poco dignitosi e nessuno ci ascolta». Poi l’elenco delle carenze. «Non ci sono strutture per i ragazzi disabili, l’ascensore per esempio non funziona – continua Dario Sanna insieme a Simone Usai –. Questo è un liceo artistico e i laboratori, per noi fondamentali, sono spesso sprovvisti di materiale. Senza contare poi che mancano banchi e sedie, mentre c’è una classe ricavata da uno sgabuzzino». Anche all’artistico studieranno attività alternative. «Ora ci organizziamo in assemblea. Gestiremo noi gli spazi e pianificheremo diverse iniziative» conclude Dario Sanna.

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