La Nuova Sardegna

Olbia

Pini: ricorso alla Corte dei Conti? Ben venga

Unione dei Comuni, il direttore e segretario replica all’amministrazione di Palau su ruolo e compensi

11 dicembre 2014
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PALAU. «Io e il presidente dell’Unione dei Comuni Gallura, Angelo Comiti, vediamo con favore il ricorso al parere della Corte dei Conti». Così Barbara Pini risponde nell’apprendere che l’amministrazione di Palau si è rivolta ai magistrati contabili per porre un quesito sulla legittimità della figura e del compenso del segretario e direttore generale, i due ruoli da lei ricoperti. «A dir la verità, pensavo che i pareri favorevoli di legittimità di esperti come Arturo Bianco e dell'Anci potessero essere sufficienti per fugare ogni dubbio. In ogni caso mi ero resa disponibile a scrivere direttamente alla Corte dei Conti, non alla sezione consultiva, bensì alla Procura, se ciò avesse potuto tranquillizzare gli amministratori palaesi; ma mi era stato risposto dagli stessi che non era necessario».

E spiega la Pini: «Il doppio incarico mi fu conferito nel 2009 dall'allora presidente della nascente Unione, Piero Filigheddu. Non avendo termine e dunque necessità di un provvedimento espresso, è stato confermato dalle successive delibere di programmazione del fabbisogno del personale ed ulteriormente formalizzato dal successivo presidente, Angelo Comiti, nel provvedimento che mi affida l'incarico di responsabile della trasparenza e dell'anticorruzione del 21 agosto 2013».

Barbara Pini precisa di percepire «36.000 euro lordi l'anno, cioè 1.516 euro mensili, ben al di sotto delle tabelle contrattuali retributive dei dirigenti». E che «l'incarico dirigenziale da me ricoperto copre tutta l'attività gestionale dell'ente: da quella finanziaria e di gestione del personale, alle procedure di appalto, dalla gestione dei servizi alla rendicontazione dei contributi. Io rispondo di qualunque cosa accada dal punto di vista gestionale all'Unione Gallura. La possibilità che l'Unione possa avere un direttore generale è data dal quadro normativo discendente dai Dlgs 267/00 e smi (in particolare dagli articoli 108 e 32) e dal Dlgs 165/2001 e smi e dal fatto che l'articolo 2 comma 186 della legge 191/2008 non si applica alle Unioni, ma solo ai Comuni sopra i 100.000 abitanti».

La Pini concorda «con gli amministratori palaesi sul fatto che il degretario generale non debba avere alcun genere di compenso, ma questo solo dal 7 aprile 2014, data di entrata in vigore della legge 56. Ricordo, però, che la norma citata fa salvi gli incarichi già affidati e che, poiché in ogni caso non rientra nelle ordinarie competenze del segretario generale l'esercizio delle funzioni dirigenziali, i 1.500 euro mensili mi vengono corrisposti per l'attività gestionale posta in essere che, preme ricordare, in questi anni ha fruttato ai Comuni ben 872.632 euro di contributo regionali, oltre alle ingenti economie di scala derivanti dai servizi sovracomunali».

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